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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2012 alle ore 22:14.

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Eccoci qua, in alta quota, davanti al giudizio supremo delle Montagne. Dopo un' indigestione di chilometri in salita, il primo verdetto della corte è netto come una rasoiata. Il probabile vincitore del Giro d'Italia, se non ci sono nuovi sconquassi nella tappa dello Stelvio, è un canadese di 31 anni che viene dalla mountain bike e finora ha vinto solo sei corse. Si chiama Ryder Hesjedal ed è alto come un pivot, ma quando bisogna staccarlo in salita diventa leggero come una farfalla.

All'Alpe di Pampeago gli altri big tentano di dargli una mazzata per non ritrovarselo tra i piedi, nella tappa a cronometro di domenica. Ma devono far marcia indietro perché il gigante, punto sul vivo, le botte le dà lui. E che botte! Prima a Scarponi , scattato a tre km dal traguardo, poi agli altri che ormai sono alle corde.

E così Hesjedal, pur arrivando secondo al traguardo dietro a Roman Kreuziger, vincitore di giornata, ridisegna a suo favore la classifica generale. La maglia rosa, Rodriguez, conserva solo 17 secondi sul canadese. Mentre i nostri, che in questa tappa avrebbero dovuto fare la differenza, scivolano indietro. Scarponi a un minuto e 39", Ivan Basso a 1,45".

Ecco, il capitano della Liquigas è il vero sconfitto. Nel momento decisivo, non c'è. Scatta Scarponi e resta indietro. Scatta Hesjedal, e non risponde, Alla fine, Basso si salva con l'esperienza. Salendo insieme a Pozzovivo con un ritmo regolare. Si becca quasi un minuto, senza crollare. Ma il punto è che Ivan Basso, a Pampeago, il gol doveva farlo lui. Anche due, magari. Invece, dopo aver fatto lavorare tutta la squadra, quando è il momento di battere il rigore si ritrova con le gambe di ricotta.
Come Robben contro il Chelsea nella finale di Champions League. Sei il Campione, e tutti ti guardano: devi solo buttarla dentro. Ma la porta diventa piccola e il portiere diventa un gigante.

Questa volta il gigante è in canadese, che a 31 anni non smette di stupire. Ad ogni tappa si dice: adesso salta. Adesso scoppia. Invece resta lì, con quella faccia lunga da guastafeste. Il problema è che ormai Milano si avvicina. E a cronometro Hesjedal è il più forte. Quello che sorprende è come tiene in salita, ma questi sono i fatti. Che Joaquin Rodriguez, la maglia rosa, fotografa alla perfezione: "Dovevamo attaccarlo noi, invece lo ha fatto lui. A questo punto si mette male. Se non sbaglia Hesjedal, siamo fregati. A cronometro lui è uno specialista."

Anche Ivan Basso non si nasconde. "Purtroppo, quando Scarponi ed Hesjedal hanno cominciato a scattare, io non riuscivo a rispondere. E così ho cercato di limitare i danni salendo col mio ritmo. Però, ora tutto diventa più difficile. Spero che vada meglio sullo Stelvio…"
Solo una brutta giornata, quella di Ivan Basso? Può darsi, però l'impressione è che siamo alla resa de conti. In questa tappa di salite ce ne sono state un'infinità, e la Liquigas ha scandito il ritmo per fare selezione. Gli uomini di Ivan hanno remato come schiavi nella galea al ritmo del tamburo.

Ma nel momento in cui Basso si è ritrovato solo, la realtà gli ha mostrato un altro film cui forse era impreparato: quello di un campione che, a 34 anni e mezzo, non ha più il colpo del ko.

Può darsi che sia stata solo una giornata storta, può darsi che sullo Stelvio Ivan faccia il miracolo. Però non sarà facile. E forse dovrà anche difendersi per salvare almeno un posto sul podio.

Chiudiamo con la vittoria di Roman Kreuziger. Dopo la batosta di Cortina, il capitano dell'Astana ha avuto una impennata d'orgoglio che gli permette di salvare la faccia. E lo dice molto onestamente: "Dovevo riscattarmi, e l'ho fatto. Però, se fossi stato ancora in lotta per la maglia rosa, gli altri non mi avrebbero permesso di andar via. Ho faticato come un cane, alla fine non riuscivo neppure a respirare".

Bene, ora passiamo all'ultimo atto con il Mortirolo e lo Stelvio. Altri due giudici severissimi che daranno il secondo verdetto. Per Scarponi e Basso è l'ultimo appello. Poi siamo ai titoli di coda.

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