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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2012 alle ore 08:19.

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Quando avevamo finito tutti di mangiare, ci raccoglievamo nel soggiorno dell'edificio principale per guardare l'episodio settimanale del talent show di Sophie o uno dei sanguinosi e cruenti film d'azione di cui Bobby non si stancava mai. L'umore era rilassato e disordinato, mi faceva pensare a quando a quindici anni vai a dormire dagli amici. Percepivo vagamente le cotte fra i membri del gruppo, quale ragazzo puntava quale ragazza, ma non ci si ritirava a coppie. Ciascuno prestava attenzione a tutti gli altri.
Avevo scordato quanto può essere facile la vita sociale. Avevo scordato che le cose che gli americani fanno da soli, cose semplici come guardare la televisione o ascoltare musica o pulire il pavimento, si possono fare anche, e con piacere, in gruppo. Una sera, sedevo sul pavimento accanto a un ragazzo alto e muscoloso, dal fascino rettangolare, che si rivelò essere un quarterback della squadra di football dell'Ucla. Me lo spiegò Kim; lui non ne aveva mai fatto parola. Troppo preso dal goffo talent show, troppo preso a grigliare petti di pollo o a spruzzare sciroppo Hershey su coppette di gelato, in stile catena di montaggio, mentre qualcun altro ci ficcava i cucchiaini. A Beverly Zion funzionava così: di' la tua, aiuta, coopera, coopera.

Dividi il lavoro, metti in comune i frutti. Questo stile comunitario riflessivo risaliva ai primordi del mormonismo e sottintendeva quel sistema economico dell'età della frontiera noto come "L'Ordine Unito" (7). Questo stile aveva ispirato anche il simbolo con cui i primi mormoni si erano rappresentati: l'alveare. Nello Utah di Brigham Young, dove l'arricchimento spirituale speculativo era esplicitamente scoraggiato (insieme all'estrazione e al commercio dei metalli preziosi, che Young accusava di essere impresa brada e corrotta), la direzione della ricerca della felicità puntava al bene comune. Mi resi conto che lo scopo di Beverly Zion non era tener fuori Hollywood, ma offrire il contesto per il godimento di uno stile di vita di mutuo aiuto che i partecipanti avevano imparato a conoscere in famiglia e in chiesa. Be', tanto meglio: mi forniva i pasti. Mi teneva compagnia quando non scrivevo e quando Amanda, anche lei giornalista, era in giro a scrivere un pezzo. Mi procurò un'auto quando la mia si ruppe, e un furgone quando mi comprai un divano usato e dovevo ritirarlo, e i detersivi per il bucato quando mi finivano, e i dog-sitter per il barboncino di Amanda quando volammo a St. Louis a guardare le riprese di Tra le nuvole.

Mi procurò anche, grazie al padre di Bobby, progettista di una delle tre grandi aziende automobilistiche americane, un sublime sconto speciale su una nuova macchina che mi fece risparmiare quattromila dollari. E in cambio di tutte queste gentilezze? Niente. Lo chiesi. Aiutaci solo a finire l'insalata di Jell-O.

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