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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2012 alle ore 08:19.

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Lasciammo St. Paul e seguimmo il Mississippi giù per la grande valle di primitiva fertilità e mistero del continente. Sui pullman, soprattutto al calar della sera, un senso chiuso di possibilità erotiche mise in moto le mani sudate nei sedili in fondo, lontano dalla vista degli accompagnatori seduti davanti. Al mattino, passeggiammo per Nauvoo, Illinois, la città dove Smith e i suoi seguaci avevano cercato rifugio dopo esser stati cacciati dal Missouri.

Ci fu indicata una collina dove Smith aveva cominciato a costruire un tempio, i cui riti e le cui cerimonie, mi sussurrò il mio amico, erano basate sulle cerimonie cui Smith aveva appreso in una loggia massonica cui apparteneva. «Li ha rubati?», chiesi. «Così dicono», rispose. «Dicono che l'hanno ucciso i massoni, perché aveva rubato i loro segreti».
Ai piedi della collina, sulle pianure lungo il fiume, c'era un gruppuscolo di negozi e case in legno restaurate dalla Chiesa come lezione di storia vivente. In piedi a una certa distanza da Carla, per fregare gli accompagnatori, guardai con simulata ammirazione gli attori che interpretavano le scene in abiti poveri di stoffa grezza: scioglievano il grasso per fare il sapone e filavano alle ruote di legno. Ne ricavai l'impressione che fossimo – noi adolescenti moderni viziati – in qualche modo eredi di questi sfacchinatori dal cuore semplice e allegro.

Dopo il Giorno del Giudizio il gioco si sarebbe fatto duro e noi avremmo perso la nostra lussuriosa individualità raccogliendo i loro strumenti e il loro grezzo stile di vita per intraprendere la marcia verso Independence. Nel mio caso potevo immaginarmi la trasformazione: casa dei miei era circondata dalle fattorie di bestiame, e io quell'estate avevo lavorato in un'officina – ma dubitavo che Carla avrebbe superato la prova.
Scendemmo ancora lungo il fiume, fino in Missouri. I pullman si fermarono in un parcheggio che dava su un lussureggiante campo di grano circondato da un'intricata foresta di latifoglie. Uscimmo uno dopo l'altro e ci fecero rimanere in piedi, in silenzio, di fronte a quello che un accompagnatore stempiato, alto e serio, dichiarò essere l'Eden, la casa d'infanzia dell'uomo. Era anche il punto in cui Gesù sarebbe tornato per radunare gli eletti, disse. Ci mostrarono la grande roccia su cui, secondo la nostra guida, il Salvatore sarebbe salito per parlare. Ci incoraggiarono a salire sulla roccia.

Il ragazzo che mi precedette scese piangendo dalla pietra, una mano premuta sullo stomaco, quasi gli facesse male. Come mormoni avevamo imparato che quando ci brucia la pancia significa che siamo in presenza dello Spirito, il cui compito era confermare a chi aveva dubbi la verità delle proposizioni cui la mente faceva resistenza. Come ad esempio questa. L'Eden in un campo di grano? Doveva esser stabilito in un luogo concreto, mi dissi, ma c'era il problema delle dimensioni. Per Adamo ed Eva era abbastanza spazioso, forse, ma poteva contenere tutti i mormoni rimasti vivi dopo le tribolazioni degli Ultimi Giorni? Solo se li stipavano belli stretti.

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