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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2013 alle ore 07:50.

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I Padroni non si accorsero di niente finché i capi dei vari desk non cominciarono a dar loro strani compiti come portare a pranzo i grossi clienti o quelli potenziali. A pranzo? Incaricato di lasciare la sala delle grida durante il giorno? Niente più tu… sì, tu… se devi mangiare qualcosa, mammoletta, ordinalo al deli?... Che sta succedendo? Ma pure allora non fu abbastanza palese perché capissero a quale nuovo gioco si stava giocando.
Oggi la stessa specie di studenti Ivy League di prima fascia che prima, diciamo anche solo sei anni fa, tanto voleva lavorare a Wall Street… vola alla Silicon Valley perché adesso è lì che si fa la storia. E la storia è parte di un'America più antica e più tipica. Un Mark Zuckerberg e il suo Facebook, e il settore cui appartiene Facebook, l'IT, Information technology… felpa con cappuccio o meno, sono parte della tradizione degli illustri annali finanziari degli Stati Uniti.
Due cose hanno mostrato concretamente quanto in basso sono finiti i broker. A un futuro quant promettente offrono fino a cinque volte più soldi che a un Padrone dell'Universo. O per metterla come un titolo recente del New York Post: «Gli elegantoni di Wall Steet fatti fuori da geek da un milione di dollari». E un algoritmo canaglia di un quant su una sola azione potrebbe far crollare il mercato intero, come nel flash crash del 2010, il crollo lampo, e la picchiata di 1.000 punti del 2012. La picchiata è costata al Knight Capital Group 440 milioni. Non si sono mai ripresi.

I Padroni dell'Universo non sono mai stati in grado di spiegare ai loro figli cosa facevano. La spiegazione standard, «Be', creiamo mercati», suonava eccitante quanto mettersi a guardar crescere l'erba finta Astroturf.
Il modo più semplice di vedere quanto in basso sono caduti i nostri padroni nel nostro universo è immaginarsi come suonerebbero oggi le avventure di Sherman McCoy. Venticinque anni fa era esaltato dalla grande verità che gli si era rilevata: «Sono un Padrone dell'Universo!».
Se John Coares fosse stato in zona per fargli sputare nelle provette di polistirolo, i valori di Sherman sulla tabella ormonale sarebbero schizzati oltre il massimo. Era sovraccarico di testosterone. John Coates avrebbe saputo prevedere il resto. McCoy si surriscalda nella sala delle grida. È così a mille col testosterone che si convince di meritare il suo dessert di giornata: una ragazza molto molto sexy di nome Maria, quindici anni più giovane di sua moglie, che ne ha quaranta. Evvai!, una sfilza costante di sfide da brivido e relazioni rischiose con Maria e i suoi lombi argillosi, i suoi bei lombi giovani e argillosissimi, che trasudano umori lubricanti a ogni incontro.

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