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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 17:02.
La crisi mondiale non ha risparmiato Buenos Aires, che ha patito qualche contraccolpo sulla sua economia. Quanto a gravità, niente a che vedere, in ogni caso, con la difficilissima situazione di una decina di anni fa. In campo agricolo, l'Argentina produce cereali (in particolare frumento e mais), soia, lino, girasoli, tè e tabacco.
Di maggiore importanza è però l'allevamento di bovini, ovini e cavalli, che garantisce a Buenos Aires un posto di primo piano tra i principali produttori di carne (celeberrima in tutto il mondo), latte, burro, formaggi e lana. Di rilievo anche la produzione di frutta (mele e pere) e la viticoltura. L'Argentina è praticamente autosufficiente in campo energetico. Dopo essere stato pompato in superficie, quasi tutto il petrolio destinato al mercato internazionale viene raffinato in loco prima dell'esportazione. L'attività estrattiva può contare anche su giacimenti di gas naturale, carbone, uranio, oro, zinco e manganese. La crisi argentina del 2000-2003 ha causato la chiusura di molte industrie e la successiva ripresa ha indirizzato il paese verso una maggiore terziarizzazione.
In ogni caso, l'industria argentina ha mantenuto una certa diversificazione. Importante il settore automobilistico: molti marchi stranieri – tra cui Fiat, Volkswagen e Renault – hanno stabilimenti nel paese latinoamericano. Il panorama industriale è completato da impianti metallurgici e siderurgici, da industrie chimiche e cementifici. Importante anche il comparto agroalimentare, in cui si distingue la società Molinos Río de la Plata che esporta olio di girasole e produce anche surgelati, margarina, pasta, riso e il tradizionale mate. I birrifici Quilmes, che dominano il mercato argentino, sono controllati dalla società belga Anheuser-Busch InBev. Discreta importanza ha anche l'industria turistica.