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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 17:01.
Il Brasile, che con la sua brillante economia si è guadagnato con prepotenza un posto nel cosiddetto BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), cioè nel club dei grandi paesi che vivono uno sviluppo più vigoroso, ha subito uno stop nel 2009. Ma già per l'anno in corso si prevede una crescita del Prodotto interno lordo stimata tra il 5 e il 7 per cento. Il paese sudamericano, che vive ancora profonde disparità economiche e sociali, è stato capace negli ultimi anni di ridurre efficacemente la percentuale di indigenti ed è una delle nazioni con le migliori prospettive economiche nel breve e medio periodo.
Il Brasile, che fa largo uso di biotecnologie, è tra i primi produttori ed esportatori al mondo di derrate agricole (soia, caffè, canna da zucchero, agrumi, cacao, cotone). Massiccia l'attività di allevamento e la produzione delle essenze più preziose di legname. Per far spazio alla coltivazione intensiva e a nuovi pascoli, e a causa del taglio di alberi per l'industria del legno, il Brasile è da anni avviato lungo il pericoloso percorso di una deforestazione selvaggia. Il sottosuolo è molto ricco e sono enormi le potenzialità dell'estrazione petrolifera, di cui si occupa la società nazionale Petrobas: in tempi recenti sono stati localizzati ulteriori, importantissimi giacimenti ancora non sfruttati.
Il Brasile è tra i primi dieci paesi al mondo per produzioni industriali. Importanti i settori metallurgico-siderurgico, chimico e tessile. Molte case automobilistiche straniere, tra cui la Fiat, hanno stabilimenti nel paese sudamericano. Sempre più diffuse le imprese che si occupano di high-tech. Di enorme rilievo è l'industria aeronautica e aerospaziale: la brasiliana Embraer è la terza società mondiale in questo settore. Molto forte anche il comparto delle produzioni nel ramo agroalimentare, in cui operano colossi come JBS e Brasil Foods.