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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 17:01.
I giacimenti petroliferi, pur non enormi e in via di consistente riduzione, hanno garantito per decenni un discreto export. Anche grazie a esso il Camerun, nell'ambito dei paesi dell'Africa sub sahariana, non ha un'economia eccessivamente disastrata, benché sia soggetta alle variazioni dei prezzi delle materie prime. Nel paese si produce anche energia idroelettrica. Circa il settanta per cento della popolazione attiva è impegnato nel settore agricolo.
Alcune coltivazioni sono specificamente volte all'esportazione: soprattutto caffè, cacao, cotone, banane, tabacco, tè. Ma è molto diffusa anche una più tradizionale agricoltura di sussistenza che è in grado di garantire una sostanziale autosufficienza alimentare al paese. Il Camerun è uno dei primatisti dell'area subsahariana quanto a estensione boschiva e dalle sue foreste si ricavano essenze pregiate richieste da mobilieri e parquettisti occidentali (ebano, mogano, iroko). La pesca è effettuata perlopiù in modo artigianale.
Benché, petrolio a parte, l'attività estrattiva non sia condotta con particolare intensità, nel sottosuolo ci sono giacimenti di vari minerali tra cui bauxite, cobalto, nichel e manganese che hanno suscitato l'interesse degli investitori cinesi. Ma l'importante fonderia di alluminio che ha sede nella città di Édéa, la Alucam (una quota rilevante della quale è detenuta dalla canadese Alcan), lavora soprattutto minerali provenienti dalla non vicinissima Guinea. Nell'industria alimentare, gli impianti del marchio Brasseries du Cameroun, di proprietà del gruppo francese Castel, hanno una posizione di leadership nella produzione di birra, bibite e acqua minerale. Il turismo non è un granché sviluppato ed è carente di infrastrutture. Di conseguenza non costituisce una voce significativa nel Prodotto interno lordo.