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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 17:01.
Di gran lunga primo produttore di cacao (quasi un milione e mezzo di tonnellate all'anno, pari a quasi il 40 per cento dell'intera produzione mondiale), la Costa d'Avorio ha una posizione avanzata anche nella classifica dei paesi esportatori di caffè. L'agricoltura ivoriana, spina dorsale dell'economia nazionale, si articola anche in altre coltivazioni dirette ai mercati internazionali (noci di cola, banane, cotone, ananas) mentre la produzione di riso, manioca, mais e igname serve soprattutto il mercato interno. Importanti anche le piantagioni di caucciù.
Rilevantissima poi l'esportazione di legno, mogano e altre essenze pregiate, che presenta però una faccia oscura della medaglia: i danni ambientali causati da una robustissima e quasi incontrollata deforestazione. Il settore minerario sfrutta la presenza di diamanti, petrolio, gas, oro e altri minerali. L'allevamento, promosso con forza dal governo, non ha ancora svincolato il paese dalla necessità di importare carne. La pesca ha invece nel porto di Abidjan un punto di forza regionale: la capitale ivoriana è il primo centro del continente per la pesca del tonno. Ma il comparto ittico, in gran parte controllato da aziende straniere, si basa anche sulla pesca di altre qualità di pesce, soprattutto sardine.
Il settore industriale e manifatturiero ha una diversificazione non comune in Africa, nonostante la sua fragilità d'insieme e benché l'instabilità politica patita negli ultimi anni dal paese abbia avuto una cattiva influenza sulle attività produttive. In Costa d'Avorio ci sono mulini, impianti per la lavorazione del riso, zuccherifici e oleifici. Accanto all'industria per la trasformazione di alimenti, ci sono anche cementifici e fabbriche che operano nei settori chimico e tessile. Nelle vicinanze della capitale Abidjan è attiva una raffineria di petrolio.