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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 17:01.
La Danimarca è uno dei tre paesi "veterani" dell'Unione europea che hanno preferito non entrare nell'euro. Dopo un leggero calo del Prodotto interno lordo nel 2008, Copenaghen ha registrato una severa recessione (- 4,2 per cento) nel 2009. La ripresa, pur avviata, si annuncia come piuttosto timida. Il settore dei servizi assicura i due terzi del Pil. La Danimarca è abbastanza povera di risorse naturali. Circa il 20 per cento dell'energia prodotta nel paese proviene dalle centrali eoliche.
L'agricoltura si articola prevalentemente nella coltivazione di cereali (orzo e frumento), barbabietola da zucchero e ortaggi. Importantissimo l'allevamento, che garantisce una consistente produzione di latte e derivati (celebre il burro commercializzato con il marchio Lurpak) e di carne (Danish Crown, che possiede tra gli altri il brand Tulip, è il principale gruppo europeo nella lavorazione di carne suina).
Consistente anche la flotta peschereccia. L'industria danese, oltre al settore agroalimentare in cui si distingue il gruppo birrario Carlsberg, che è tra i leader mondiali nel settore e possiede un vasto portfolio di marchi di prestigio, danesi (Tuborg) e di altri paesi, è attiva anche in altri rami produttivi: ci sono impianti siderurgici, cementifici, industrie chimiche e tessili, aziende che si dedicano alla manifattura del tabacco di importazione e altre fabbriche specializzate nella produzione di macchinari agricoli e di biciclette.
Di particolare importanza la cantieristica navale. Attività tradizionali danesi sono la manifattura di ceramiche e la produzione di piumini d'oca. La società Bang & Olufsen è molto nota nel mondo per la qualità dei suoi apparecchi audio-video, ma soprattutto per il loro il raffinato design e i prezzi assai elevati.