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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 17:00.
A vent'anni dalla riunificazione la Germania è la più grande economia dell'Unione europea e ha il quinto prodotto interno lordo del mondo. Soltanto nel 2009 la Cina ha scalzato Berlino dalla prima posizione nella classifica dei paesi esportatori, che i tedeschi avevano mantenuto per quasi un decennio; tra i maggiori importatori la Germania è al terzo posto. Recentemente, come capo di governo del principale paese dell'Eurozona, la cancelliera Angela Merkel – che aveva qualche preoccupazione elettorale e scontava la perplessità della popolazione tedesca – ha ritardato il pacchetto di aiuti alla Grecia e ha capitanato il drappello di chi chiede rigore ai governi dei paesi Ue economicamente e finanziariamente più fragili.
Secondo alcuni osservatori, Berlino è tentata dalla prospettiva di creare un euro a due velocità. La Germania non è ricchissima di materie prime, l'estrazione di carbone, che è la principale risorsa, è molto calata negli ultimi decenni: le miniere attive sono passate dalle 170 degli anni '50 alle meno di 10 di oggi. Degne di nota le riserve di lignite. La forza principale della Germania è nell'industria. Rilevanti sono il settore siderurgico, chimico e, fiore all'occhiello, l'industria metalmeccanica, in particolare quella automobilistica i cui marchi sono tra i più prestigiosi del mondo: il nome Mercedes in molti paesi è pressoché sinonimo di "automobile".
Benché Berlino sia al primo posto in Europa nella produzione di energie rinnovabili, per incrementare l'approvvigionamento energetico tradizionale, è in costruzione il controverso gasdotto sottomarino Nord Stream, che collegherà la città russa di Vyborg alla tedesca Greifswald (bypassando, con loro grande irritazione, la Polonia e i tre Paesi baltici). La crisi economica ha condotto la Germania a una recessione del 4,9 per cento nel 2009, ma nel primo trimestre 2010 la crescita dello 0,2 per cento del Pil ha superato le attese e la previsione per il 2010 è di un incremento attorno all'1,4 per cento.