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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 17:00.
La Grecia è lo Stato europeo in maggiore difficoltà economico-finanziaria. Sulla crisi globale si è innestato un cortocircuito nazionale, causato dall'uscita fuori controllo del debito, da dati statistici non veritieri e dalla sfiducia delle agenzie di rating e dei mercati internazionali verso il paese ellenico che si è trovato a fronteggiare prospettive di bancarotta. A un consistente pacchetto di aiuti concessi dagli altri paesi dell'Ue, si è aggiunto un draconiano piano di tagli programmato dal governo e monitorato dalla comunità internazionale.
Nel contesto dell'economia greca il turismo ha un'importanza rilevantissima: occupa più di un quinto della popolazione attiva e costituisce il 15 per cento del Prodotto interno lordo. L'agricoltura è basata sulle millenarie colture tradizionali elleniche. Consistente è la produzione di olive di prima qualità e di olio e diffusissima è la viticoltura da cui si ricavano anche vini passiti e liquorosi che hanno discreta fortuna sui mercati internazionali. Tra le altre coltivazioni di rilievo ci sono il tabacco, il cotone e le barbabietole da zucchero. Non altrettanto organizzato il settore dell'allevamento, fatta eccezione per l'apicoltura. L'energia è prodotta principalmente in centrali termoelettriche che sfruttano l'abbondante presenza di lignite, ma negli ultimi anni è in espansione il settore idroelettrico.
Il panorama industriale greco non brilla né per efficienza né per diversificazione. Accanto alle aziende del ramo agroalimentare, ci sono industrie metallurgiche e chimiche, cementifici e fabbriche attive nei settori tessile (cotonifici e produzione di tappeti) e conciario. Di qualche importanza anche la lavorazione del tabacco. L'enorme flotta di navi commerciali immatricolate in Grecia costituisce una voce importante nel Pil del paese.