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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 16:59.
La Nigeria è una delle principali economie africane ed è sede del Nigerian Stock Exchange, la seconda più importante Borsa del continente. Nessun tentativo di diversificazione è riuscito a scalfire l'iperdipendenza dal petrolio (il paese africano è tra i primi dieci esportatori al mondo), che vale circa il 95 per cento dell'export nigeriano. Tra i grandi gruppi coinvolti nell'attività estrattiva ci sono Eni, Shell, Chevron e Exxon-Mobil.
Le riserve di gas naturale, pur importanti, sono messe in ombra dalla grandezza dei giacimenti di petrolio. L'agricoltura, che pure occupa due terzi della popolazione attiva, vive una fase di decadenza rispetto a quando la Nigeria era uno dei grandi esportatori di cacao, arachidi, olio di palma, cotone e caucciù: negli ultimi trent'anni la produzione di cacao si è quasi dimezzata. L'allevamento e la pesca sono attività di sussistenza e di modestissimo peso nel quadro dell'economia nazionale. Anche il settore industriale, a parte gli impianti di raffinazione connessi con l'attività di estrazione petrolifera, è decisamente debole.
Rimangono alcuni impianti metallurgici (producono stagno, piombo e alluminio) e siderurgici, ma sono poco più che una traccia di passate, e fallite, velleità governative di una rapida industrializzazione del paese. L'industria tessile ha attirato l'interesse di investitori indiani e cinesi. La Nigeria ha fabbriche di pneumatici, sigarette, carta e impianti che operano nel settore agroalimentare (birrifici, zuccherifici, oleifici). La Peugeot Nigeria costruisce autoveicoli a Kaduna, la General Motors produce nel paese africano furgoni, camion e pick-up con il marchio Isuzu.