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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 16:59.
Il Portogallo, che già da anni aveva frenato la sua forte crescita e che nel 2009 ha avuto una contrazione del 2,7 del Prodotto interno lordo, è uno degli Stati sotto stretta osservazione da parte di chi teme un bis della frana greca. Per parare il colpo e ridurre il forte deficit, il premier José Socrates ha varato un duro piano di austerità. Il paese sconta anche un reddito pro capite inferiore alla media dell'Unione europea e un alto tasso di disoccupazione.
Il settore agricolo lusitano incentrato sulla frutticoltura (mele, pere, agrumi) e l'olivocultura, ha il suo punto di eccellenza nella coltivazione della vite: sono celebri, ed esportati in tutto il mondo, il porto, il madeira e il "vinho verde" (nella classifica mondiale il Portogallo è l'undicesimo produttore di vino). Di qualche rilievo anche l'allevamento ovino e suino e lo sfruttamento del patrimonio boschivo, grazie a cui il Portogallo è tra i più importanti produttori di sughero. La pesca, specie delle sardine, si traduce in una consistente esportazione di prodotti ittici inscatolati; una delle aziende più antiche in questo settore è Conservas Ramirez.
Tra le non eccezionali ricchezze del sottosuolo va segnalato il tungsteno, di cui il Portogallo è uno dei principali fornitori al mondo. Nella produzione di energia si sta diffondendo lo sfruttamento delle fonti rinnovabili, grazie all'installazione di campi eolici e della più grande centrale fotovoltaica del mondo. All'industria siderurgica e metallurgica si affiancano fabbriche attive nel settore tessile, stabilimenti che producono autoveicoli e cantieri navali. La manifattura dei ricami e degli azulejos affonda le radici nella tradizione portoghese. Alla ricchezza del paese contribuisce in modo determinante un'industria turistica molto sviluppata.