La Slovenia è lo stato che si è sottratto con più disinvoltura e con più celerità alla sanguinosa frana che travolse la ex Jugoslavia. Forte di fitte relazioni economico-commerciali con i paesi confinanti e dell'agilità concessa dalle sue ridotte dimensioni territoriali, la Slovenia ha sperimentato nell'ultimo decennio tassi di crescita notevoli. In questo modo Lubiana, in termini di reddito e di Prodotto interno lordo pro capite, ha sorpassato alcuni paesi che vantano una ben più antica affiliazione all'Unione europea.

Al punto che, insieme con Cipro, la Slovenia è stato il primo dei "nuovi arrivati" nell'Ue a entrare nell'eurozona. Partendo da una storia recente di crescita economica particolarmente brillante, la Slovenia ha patito più profondamente di altri paesi i rigori della crisi: il Pil nel 2009 è precipitato (-7,8 per cento). Ma nel primo trimestre del 2010 si è già verificata una lenta ripresa. L'agricoltura slovena, che sconta una magrezza di terreni coltivabili, produce patate, barbabietole da zucchero e cereali.

Hanno una discreta diffusione anche la viticoltura e l'allevamento. Nel settore estrattivo la principale ricchezza del paese è la lignite, che contribuisce a integrare la produzione di energia garantita dalla centrale nucleare di Krsko. Il comparto industriale si articola in industria metallurgica, siderurgica, agroalimentare, chimica, tessile e meccanica (tra i marchi stranieri, la Renault ha uno stabilimento in Slovenia in cui costruisce alcuni dei propri modelli). Importanti anche le cartiere e i mobilifici.

Negli ultimi anni si sono rivelati particolarmente dinamici anche i settori produttivi ad alto valore aggiunto, ad esempio nel campo farmaceutico e nell'ingegneria elettronica. È cresciuta d'importanza anche l'attività delle aziende che operano nel ramo delle telecomunicazioni. Il turismo è molto sviluppato. La Slovenia, in cui si trovano importanti centri per gli sport invernali, ha un punto di eccellenza nella Elan, società che produce attrezzature per lo sci.