La definizione dei fabbisogni standard per gli Enti locali si scontra con una «oggettiva difficoltà, data la forte eterogeneità checaratterizza l'universo di comuni e province». Lo ha dettoil Ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, di fronte alle commissioni bicamerale sul Federalismo fiscale,Bilancio e Finanze di Camera e Senato, riunite per discutere del decreto legislativo relativo alla finanza municipale,sul quale c'é stato lo stop dell'Anci.

Per Canzio serve "gradualità" nel corso del triennio 2011-2013, in parallelo con la messa a regime del sistema: una fase ditransizione equilibrata, con la progressiva estensione della costruzione dei fabbisogni standard «a tutte lefunzioni fondamentali».

L'utilizzo «sin da ora di metodologie già sperimentate» secondo Canzio avrebbe comportato «il rischio di quantificazioni difficilmente condivisibili e non confrontabili con le diverse esigenze locali». Canzio ha anche segnalato «la sovrapposizione» tra le funzioni indicate dal decreto legislativo e quellecontenute nel Codice delle Autonomie: «Una mancatacorrispondenza potrebbe determinare ritardi o addiritturarendere inapplicabili le stime dei fabbisogni standardpreviste dal decreto».

«Su alcuni esiti - ha spiegato Mario Canzio, Ragioniere generale dello Stato, - saranno necessari ulteriori approfondimenti, in particolare su come raccordare il finanzamento dei livelli essenziali di assistenza con il finanziamento delle funzioni regionali di cui all'articolo 127 della Costituzione».

«Sono tutti elementi delicati e complessi - ha spiegato Canzio - poiché si produrrano riflessi su finanza pubblica ed equilibri di bilancio. Occorre infatti ricordare che si tratta di uno schema di decreto in un contesto non ancora definito. le esigenze di finanzamento dovranno essere valutate quindi nell'ambito di questo quadro complessivo. Le quantificazioni risultanti dai fabbisogni standard dovranno essere compatibili sia coi vincoli finanziari di spesa pubblica sia coi livelli essenziali previsti dalla costituzione. Occorre pertanto individuare un percorso che permetta di procedere a una verifica di coerenza tra la quantificazione e i vincoli generali di spesa». Un percorso che, secondo Canzio, «potrebbe portare a un decreto sull'armonizzazione dei bilanci degli enti territoriali nei tempi previsti dalla legge 42. La ragioneria dello stato dovrà essere coinvolta fin dall'inizio in questo processo».

Intanto si è svolto oggi l'incontro tra regioni e governo sul fisco regionale. Un vertice "preliminare", secondo il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, che avverte: «non sia una falsa partenza». La preoccupazione dei governatori é che tutti i pezzi del federalismo siano coerenti. Sono cinque i punti che le regioni hanno sottoposto all'attenzione del governo durante l'incontro al ministero dell'economia: non solo il fisco regionale, ma anche sanità e manovra economica. Il primo riguarda «la piena coerenza con la legge delega» rispetto alla rimodulazione del fisco. Il secondo riguarda la garanzia dei servizi non solo sanitari su tutto il territorio: «la delega dice che sanità, pubblica istruzione e trasporto pubblico locale, a costi standard devono essere garantiti in tutto il territorio». Il nodo é quindi quello della definizione dei Lea e dei Lep. Terzo, «é evidente che il federalismo non può partire - sottolinea Errani- dai tagli della manovra che continuiamo a ritenere insostenibile». Su questo tema il governo «ha accettato di aprire un tavolo su manovra e tpl».

Gli ultimi due punti riguardano la «definizione del rapporto con il federalismo municipale su cui c'é una norma che non ci convince». Le regioni chiedono anche garanzie sull'autonomia statutaria delle regioni a statuto speciale. Per Errani sono comunque punti "irrinunciabili" l'incrocio con la manovra e con la definizione dei livelli di assistenza e dei Lep. I tecnici delle regioni e del ministero dell'Economia continueranno a lavorare sul fisco regionale fino al varo, in settimana, in via preliminare, in Consiglio dei ministri. (N.Co.)