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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 10:27.
"Nel 2010 abbiamo fatto 30 assunzioni, mentre nel 2011 pensiamo che i nuovi ingressi in Microsoft Italia saranno di più, fino a due volte quelli registrati quest'anno", spiega Els Van De Water, senior hr manager della divisione italiana della multinazionale fondata da Bill Gates, che nel nostro paese ha circa 800 dipendenti, mentre in tutto il mondo può contare su un organico che sfiora le 90mila persone. Continua la serie di interviste del Sole24ore.com ai capi del personale delle grandi aziende (leggi Enel, Decathlon, Ikea e il decalogo sulle agenzie di selezione).
Quali profili cercate in questo momento?
"Assumiamo persone da inserire nel settore delle vendite, esperti di marketing e candidati con competenze più tecniche. I percorsi di laurea più interessanti per noi sono ingegneria informatica e gestionale ed economia e commercio. In questa fase, poi, stiamo cercando esperti in grado di lavorare su sistemi di cloud computing, che permettono alle aziende nostre clienti di gestire software e applicazioni informatiche via internet, senza investire nell'acquisto di costose infrastrutture tecnologiche".
Nel 2010 avete assunto più neolaureati o figure senior?
"La metà sono neolaureati o persone con poche esperienze lavorative alle spalle. Le altre posizioni sono state coperte da candidati che possono vantare un percorso professionale più articolato. E credo che nel 2011 crescerà la percentuale dei senior tra i nuovi assunti".
Che tipo di percorso proponete a un neolaureato che entra in Microsoft?
"I neolaureati vengono inseriti nelle posizioni aperte all'interno del gruppo, dal marketing al settore hi-tech, in relazione a quello che è il loro titolo di studio. Tuttavia, nei primi due anni prendono parte al programma di formazione Microsoft Academy, che prevede momenti di formazione in aula e incontri, presso la sede centrale di Redmond, con i vertici dell'azienda".
Quali elementi considerate importanti in un curriculum ai fini dell'assunzione?
"In primo luogo, ovviamente, conta la coerenza del curriculum con le competenze necessarie per ricoprire la posizione lavorativa per cui si fa selezione. Per i profili più senior, valutiamo le esperienze professionali precedenti, la loro durata, le aziende in cui si sono svolte. Le esperienze internazionali sono senz'altro un fattore significativo. E per quanto riguarda la formazione, guardiamo il voto di laurea, in quale università si è studiato e se il candidato ha conseguito master o altri titoli di studio. Infine, è indispensabile la conoscenza dell'inglese. E qui, purtroppo, molti laureati italiani mostrano ancora qualche lacuna, a cui cerchiamo di rimediare organizzando corsi di inglese per i nostri dipendenti".
La conoscenza di altre lingue straniere, oltre all'inglese, è valutata positivamente?
"Chi vuole fare una carriera internazionale e spostarsi nei luoghi del mondo in cui Microsoft è presente, deve conoscere anche la lingua del paese in cui va a lavorare"
E durante il colloquio che cosa rende un candidato più interessante?
"Cerchiamo di capire se chi abbiamo di fronte condivide i valori di Microsoft, come la passione e la disponibilità ad affrontare sfide importanti. Apprezziamo candidati che abbiano la capacità di fare autocritica, perchè questa può essere una spinta preziosa per migliorare. E, poi, vogliamo persone oneste, trasparenti, aperte alla diversità e rispettose di ogni individuo".
Come fate in un colloquio a misurare l'onestà di una persona?
"Inviatiamo il candidato a raccontarsi, a parlare di sè. Così, si capisce se dice cose che lo riguardano e che ha vissuto o se sta inventando. E poi prendiamo informazioni sulle persone che intendiamo assumere".
In che modo lo fate?
"La sede italiana di Microsoft ha circa 800 dipendenti. E' frequente che una o più persone del nostro organico conoscano il candidato, abbiano lavorato con lui e possano dirci qualcosa sul suo conto e sulle sue caratteristiche professionali. Inoltre, tramite LinkedIn possiamo contattare su internet persone in grado di darci informazioni sul candidato".
Immagino che questa ricerca di informazioni sia più difficile per i neolaureati?
"E' vero. E, poi, per i neolaureati conta molto il colloquio e il fatto di riuscire a dimostrare spirito collaborativo e la capacità di adattarsi sul posto di lavoro a situazioni differenti. Però, anche in questo caso, se possibile, ci serviamo delle segnalazioni fatte da colleghi e da persone che stimiamo. Non si tratta di raccomandazioni, ma solo di un elemento di valutazione che non esonera il candidato da un esame accurato e imparziale. Inoltre, proprio per evitare di essere influenzati da giudizi imprecisi o distorti, quando cerchiamo informazioni su un candidato, facciamo in modo di basarci sul parere di quattro o cinque persone fidate".
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