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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2011 alle ore 16:09.

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Fmi: la ripresa tiene ma la disoccupazione resta alta nelle economie avanzate. Allarme commodities (Corbis)Fmi: la ripresa tiene ma la disoccupazione resta alta nelle economie avanzate. Allarme commodities (Corbis)

La ripresa globale tiene con un tasso di crescita previsto al 4,4% quest'anno e del 4,5% nel 2012, ma è allarme disoccupazione nelle economie avanzate, mentre quelle emergenti e in via di sviluppo, che restano il motore dell'espansione, vanno incontro a rischi di surriscaldamento. È questa la valutazione dell'Fmi nell'ultimo World Economic Outlook, diffuso oggi a Washington che ha lasciato invariate le stime sulla crescita globale rispetto all'aggiornamento del gennaio di quest'anno.

Timori sulle commodity
Il rischio di una recessione «double-dip» non si é materializzato, ma ora «i timori sono sui prezzi delle commodities», su una crescita sempre troppo squilibrata fra le varie aree e sull'incertezza geopolitica che, da gennaio, ha fatto salire i rischi sull'outlook.

Incertezza dalla crisi dei debiti sovrani nell'Eurozona
Nell'Eurozona - si legge nel World Economic Outlook - «la ripresa sta guadagnando slancio», ma nonostante i «significativi progressi», i mercati «restano in apprensione» sulle prospettive dei Paesi «periferici», dove «si è assistito a rinnovate turbolenze nell`ultimo trimestre 2010». Per questo, deve essere ristabilita una «maggiore fiducia negli istituti bancari attraverso ambiziosi stress test e programmi di ristrutturazione e ricapitalizzazione».

Bene l'Italia sui conti pubblici
Sul fronte dei conti pubblici, l'Italia, per il Fmi «è più vicina di altri paesi europei a raggiungere l'obiettivo di un deficit sotto il 3% nel 2013, ma servono ulteriori misure». Il deficit italiano nel 2011 si attesterà al 4,3% del Pil per poi scendere al 3,5% nel 2012. Le nuove stime del Fmi parlano poi di un debito al 120,3% quest'anno e al 120,0% nel 2012. Il prodotto interno lordo italiano dovrebbe crescere dell'1,1 per cento nel 2011 e dell'1,3 per cento nel 2012. Si tratta di una stima superiore dello 0,1 per cento rispetto al precedente outlook diffuso a gennaio.

Le stime per l'economia del Vecchio continente
Secondo il Fmi, in Europa si può prevedere uno scenario con «espansione graduale ma sbilanciata», con le economie avanzate che registreranno un aumento del Pil reale dell'1,7% nel 2011 e dell'1,9% nel 2012, mentre in quelle emergenti si avrà una crescita del 3,7% nel 2011 e del 4% nel 2012. In particolare, il Fmi prevede che il Pil della Zona Euro cresca dell'1,6% nel 2011 e dell'1,8% nel 2012, contro l'1,7% del 2010 e la contrazione del 4,1% dell'anno precedente (in particolare, nel quarto trimestre di quest`anno e dell'anno prossimo si dovrebbe registrare rispettivamente un rialzo dell'1,5 e del 2,1%, contro il 2% degli ultimi tre mesi 2010).

Le stime per il 2011 e il 2012 sono state riviste al rialzo dello 0,1% rispetto all`aggiornamento del Weo diffuso lo scorso gennaio. Sempre nell'Eurozona il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere alto, attestandosi al 9,9% nel 2011 e al 9,6% nel 2012 dal 10% del 2010. L'inflazione dovrebbe invere rimanere contenuta, con un aumento dei prezzi del 2,3% quest`anno e dell`1,7% l'anno prossimo, dopo il +1,6% del 2010. Per quanto riguarda il deficit delle partite correnti, come percentuale del Pil, dovrebbe segnare lo 0% quest'anno e nel 2012, contro il -0,6% dell'anno scorso.

Le stime sul Giappone post terremoto
Riviste al ribasso le stime per l'anno in corso sul Giappone, a causa dei danni dovuti al mega terremoto. Quelle sul 2012, al contrario, sono state ritoccate all'insù a riflesso dell'attesa spinta che dovrebbe derivare dalla ricostruzione. Secondo il Fondo monetario internazionale restano «elevate incertezze» su quelle che saranno le effettive ricadute economiche del cataclisma, specialmente sulle fughe di radiazioni alla centrale nucleare di Fukushima. Tuttavia «dando per scontato che i problemi sulle penurie di elettricità e che la crisi nucleare vengano risolti in pochi mesi», quest'anno il Pil dell'Arcipelago dovrebbe aumentare dell'1,4 per cento, mentre nel prossimo del 2,1 per cento.

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