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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2011 alle ore 15:25.

I tassi sui nuovi prestiti alle imprese salgono al 3% dopo 26 mesi. Aumentano le sofferenze (Corbis)I tassi sui nuovi prestiti alle imprese salgono al 3% dopo 26 mesi. Aumentano le sofferenze (Corbis)

I tassi sui nuovi prestiti alle imprese si riaffacciano sulla soglia del 3% per la prima volta da 26 mesi. Mentre i prestiti bancari a famiglie e aziende sono in costante ascesa, con un ritmo superiore a quello della media dell'area dell'euro. In un quadro in cui le sofferenze in rapporto agli impieghi invece sono state pari al 4,8%, in crescita rispetto al 3,5% di un anno prima. Quelle al netto delle svalutazioni, poi, a marzo sono state di 48,8 miliardi, circa un miliardo in più rispetto al mese prima.

Tassi su prestiti alle imprese ai massimi da marzo 2009
Dal rapporto mensile dell'Abi emerge quindi che i tassi sui nuovi prestiti alle imprese si riaffacciano sulla soglia del 3% per la prima volta da 26 mesi. Il dato contempla le stime per aprile e riguarda i finanziamenti alle società non finanziarie. Era dal marzo del 2009, mese di piena crisi con i cds sull'Italia che toccavano il massimo storico, che sui nuovi finanziamenti alle imprese non si registrava un livello così alto (3,11% in quel mese). In risalita anche i tassi per i mutui casa al 3,05% dal 2,99 per cento.

Aumentano i prestiti, tornano ai ritimi pre-Lehman
Tornano ad accelerare negli ultimi mesi i finanziamenti bancari alle imprese e alle famiglie, con un ritmo superiore a quello della media dell'area dell'euro. Dal rapporto mensile dell'Abi emerge inoltre che alla fine del primi trimestre tali finanziamenti, pari a 1.500 miliardi di euro hanno segnato una crescita annua del 6,3%. In particolare nel mese di aprile gli impieghi delle banche italiane a famiglie e società non finanziarie hanno registrato un aumento annuo del 6,17%: del 6,61% per quelli di breve durata e del 6% per quelli oltre un anno di durata.
La crescita dei finanziamenti del settore privato, secondo l'Abi, ha interessato tutte le aree del Paese con una maggiore intensità per il Mezzogiorno. A febbraio 2011 (ultimo dato disponibile), infatti, a fronte di un tasso annuo di crescita di circa il 6% come media nazionale, l'Italia meridionale è cresciuta del 7,6% e le Isole del 7,4%. Andando ad analizzare più in dettaglio la dinamica dei prestiti, l'Associazione bancaria rileva che quelli alle imprese, dopo aver raggiunto un valore minimo del -3,1% a gennaio 2010, ha mostrato una ripresa attestandosi sui valori attorno al +5% a marzo 2011 e tornando sui livelli di inizio 2009. Una dinamica più sostenuta si riscontra poi per i finanziamenti alle famiglie: sempre a marzo la crescita tendenziale è stata pari all'8,7%, segnando il risultato migliore tra i principali Paesi di Eurolandia.

Il fattore mutui
Questo trend, spiegano i tecnici dell'Abi, è stato trainato principalmente dai mutui per l'acquisto di case il cui tasso annuo di crescita è stato dell'8,8%, superiore a quanto si sia registrato nell'Area euro (+5%).
Per quanto riguarda i tassi di interesse sui prestiti ad aprile hanno mostrato un lieve rialzo ma si mantengono sempre su valori vicini ai minimi storici. Il tasso medio ponderato sul totale dei prestiti a famiglie e a società non finanziarie è stato del 3,77% contro il 3,69% del mese precedente (e 14 punti base al di sopra del valore di aprile 2010).

Sofferenze in crescita
Per contro salgono ancora le sofferenze del sistema bancario italiano. A marzo scorso le sofferenze al netto delle svalutazioni sono state pari a 48,8 miliardi di euro, circa un miliardo in più rispetto a mese precedente. È quanto emerge dal rapporto mensile dell'Abi secondo cui le sofferenze lorde sono state pari nello stesso mese a circa 93,8 miliardi di euro, oltre 1,5 miliardi in più rispetto a febbraio 2011.

L'Abi sottolinea tuttavia che da gennaio 2011 l'aumento delle sofferenze lorde e nette risente anche di operazioni realizzate da alcuni gruppi bancari negli assetti societari, pertanto non è possibile effettuare un confronto omogeneo rispetto ai dati dello stesso periodo dello scorso anno. In rapporto agli impieghi le sofferenze risultano pari a 4,8% a marzo 2011, in crescita dal 3,5% di un anno prima. Il rapporto tra sofferenze nette e impieghi totali sempre a marzo si è collocato al 2,54% contro il 2,49% di febbraio.

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