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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2011 alle ore 13:41.

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Via libera del Parlamento europeo alla nomina di Draghi alla presidenza della BceVia libera del Parlamento europeo alla nomina di Draghi alla presidenza della Bce

Via libera dal Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria, alla nomina di Mario Draghi alla presidenza della Bce. La nomina verrà poi decisa formalmente dal Consiglio dei capi di stato e di governo che si riuniscono stasera a Bruxelles. L'indicazione di Draghi era già stata approvata dalla Commissione affari monetari ed economici dell'Europarlamento il 16 giugno.

Il voto al Parlamento europeo è avvenuto a scrutinio segreto e solo nelle prossime ore sarà possibile conoscere i numeri. Apprezzamento bi-partisan per la decisione, anticipata la scorsa settimana dal voto positivo alla Commissione Affari economici e monetari, è espresso dai due vicepresidenti italiani dell'Europarlamento, Gianni Pittella (Pd) e Roberta Angelilli (Pdl). «L'altissimo profilo professionale, le competenze e l'esperienza negli affari economici e monetari europei fanno del governatore Mario Draghi una scelta prestigiosa per la guida della Bce in questo momento così delicato di crisi economica - si legge in una dichiarazione congiunta - per l'Italia la nomina di Draghi è motivo di grande orgoglio», concludono Pittella e Angelilli.

Le tappe di Draghi verso la presidenza
La decisione sarà formalizzata il prossimo 11 luglio in sede Ecofin, dai 27 ministri finanziari della Ue. L'attuale governatore di Bankitalia si insedierà sulla poltrona finora occupata da Jean-Claude Trichet il prossimo 1 novembre.

L'unico piccola margine di incertezza resta legato alla posizione che assumerà la Francia. Parigi ha finora dato il suo pieno appoggio alla nomina di Draghi, ma chiede un passo indietro di Lorenzo Bini Smaghi dal board della Bce, per lasciare il posto a un rappresentante francese. Richiesta avanzata a Bini Smaghi anche dal governo italiano. Il Wall Street Journal - citando fonti francesi - ha evocato anche la possibilità di un rinvio della decisione sulla nomina del nuovo presidente dell'Eurotower.

Il Consiglio europeo in programma questa sera
La nomina di Draghi è uno dei punti sul tavolo del Consiglio europeo di due giorni, in programma da stasera alle 19, dedicato alle risposte alla crisi finanziaria e alla politica comune delle frontiere, dell'immigrazione, dell'asilo. Per i temi di politica estera, il vertice discuterà, fra l'altro, del conflitto in Libia e prenderà posizione contro la durissima repressione in atto in Siria.

La serata sarà dedicata innanzittuto alle misure legislative, ormai in dirittura d'arrivo, riguardanti il rafforzamento della "governance" economica e del Patto di stabilità. Resta ancora un ostacolo da superare, dovuto al disaccordo con il Parlamento europeo (che nella materia è co-legislatore) sul carattere "semi automatico" delle raccomandazioni della Commissione ai paesi membri che rischiano di sforare i propri obiettivi di bilancio.

Gli Stati membri vogliono mantenere il potere di modificare le raccomandazioni con le normali procedure decisionali, mentre gli eurodeputati - che su questo voteranno durante la "miniplenaria" di Bruxelles - insistono sulla semi automaticità (un meccanismo secondo cui le proposte della Commissione non possono essere bocciate da una minoranza di blocco, ma solo da una maggioranza qualificata di paesi). Si discuterà anche dell'applicazione, per la prima volta, del "semestre europeo"(l'esame preventivo a livello Ue dei bilanci nazionali, con raccomandazioni specifiche paese per paese) e del cosiddetto patto "euro plus", che prevede impegni volontari degli Stati membri per migliorare la competitività economica dei sistemi nazionali attraverso il confronto delle proprie 'performance' con parametri di riferimento in diversi settori (come costo unitario del lavoro e regimi pensionistici).

Naturalmente, si parlerà della crisi greca: il Consiglio europeo riprenderà in gran parte le conclusioni dell'Eurogruppo di domenica scorsa sulla quinta tranche del prestito da 110 miliardi di euro concesso un anno fa e sul secondo prestito che si prevede per Atene, con il "conivolgimento volontario" del settore privato. I leader dei Ventisette, inoltre, daranno il via libera alle modifiche del Trattato Ue per la creazione del futuro "Meccanismo europeo di stabilità" (Esm) da 500 miliardi di euro, che sostituirà in modo permanente l'attuale fondo provvisorio "salva Stati" (Efsf), di cui nel frattempo verrà rafforzata la capacità di effettiva, portandola da 250 a 440 miliardi di euro.

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