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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2011 alle ore 19:11.

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Ero alla ricerca di un modo per definire l'ultima tesi di Raghuram Rajan, che sostiene che i tassi di interesse dovrebbero crescere anche se la disoccupazione resta alta e l'inflazione sonnecchia, ma Mike Konczal, ricercatore del Roosevelt Institute, mi ha tolto d'impaccio. Come scrive nel suo blog, Rortybomb, la proposta di Rajan è come il Calvinball, il gioco (reso famoso dalla striscia satirica Calvin & Hobbes, in cui le regole vengono stabilite sul momento per giustificare qualunque cosa).

Rajan, che è professore di finanza alla Booth School of Business dell'Università di Chicago, scrive, nel suo editoriale mensile, pubblicato contemporaneamente su più giornali, che «è evidente che c'è qualcuno che ci sta rimettendo per questi tassi di interesse così bassi, e questo qualcuno è il risparmiatore, paziente e remissivo […] Come per tasse e sussidi, l'effetto complessivo è legato al saldo netto fra la riduzione della spesa da parte di chi viene tassato e l'incremento della spesa da parte di chi viene sovvenzionato. Gli economisti raccomandano giustamente alla Cina di alzare i tassi di interesse sui depositi bancari, per consentire alle famiglie cinesi di guadagnare di più e consumare di più. In Giappone c'è chi comincia a interrogarsi se la politica di tassi ultra-bassi adottata dal Governo nipponico non abbia effetti contrattivi».

Rajan trucca le carte due volte nel suo articolo. Prima di tutto fa sembrare che la fissazione dei tassi di interesse sia una forma di controllo dei prezzi (e tra l'altro critica il basso livello dei tassi sui depositi in Cina perché sono tassi controllati mantenuti a un livello inferiore a quello che è il prezzo effettivo del credito nell'economia, non perché la politica monetaria generale è troppo espansiva). Per la cronaca, le operazioni di mercato aperto che muovono i tassi di interesse non hanno niente a che fare con il controllo dei prezzi.

In secondo luogo, Rajan si limita a dare per scontato che ci sia qualcosa di innaturale in un livello estremamente basso dei tassi in questo frangente. Ma perché? È evidente che la voglia di risparmio (o per meglio dire, la quantità di denaro che la gente vorrebbe risparmiare se ci trovassimo in una situazione prossima alla piena occupazione) attualmente è superiore alla voglia di investimenti, e ciò suggerisce che il tasso di interesse naturale in questo momento sarebbe negativo, ma non ci arriva perché sotto lo zero non può scendere.

Tuttavia, il punto principale, come sottolinea Konczal, è che tutta la tesi di Rajan in favore di un aumento dei tassi di interesse sembrerebbe applicabile anche in una situazione di tassi non a zero. «Facciamo conto che in questo momento i tassi di interesse a breve termine siano al 2 per cento […] Guardando lo stato dell'economia, abbassereste i tassi di interesse? Considerando la disoccupazione, l'inflazione, il Pil fuori tendenza e tutte le altre condizioni economiche, sareste del parere che l'economia sta crescendo troppo in fretta o troppo lentamente?», ha scritto Konczal il 10 giugno. «Rajan, che prima sosteneva che i tassi a zero sono una situazione anomala che altera il buon funzionamento del mercato, apparentemente non ridurrebbe i tassi a breve di fronte a questa situazione economica».

Proviamo a spingerci ancora un po' più in là di quanto faccia Konczal, e immaginiamo che il mondo si trovi nella situazione in cui si trova ora e che la Fed, per qualche ragione, abbia fissato il tasso al 4 per cento. Secondo voi la Fed dovrebbe reagire alzando i tassi? Sarebbe una follia, così com'è una folla chiedere tassi più alti nella situazione corrente.

Aggiungo che all'ultimo incontro del G30 (il think-tank che raggruppa alcuni tra gli studiosi e i decisori più illustri della scena economica mondiale) ho sentito diverse persone – persone che ricoprono incarichi di potere e che dovrebbero conoscere bene la situazione – avanzare tesi non molto dissimili da quelle di Rajan. È una partita di Calvinball che può avere conseguenze negative concrete.

(Traduzione di Fabio Galimberti)

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