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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2011 alle ore 14:57.

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di Marco Mobili e Marco Rogari
ROMA - Un intervento soft per alzare l'età pensionabile delle donne nel settore privato. È quello che in queste ore stanno valutando i tecnici del Tesoro e del Lavoro per venire incontro alla richiesta dei sindacati di attenuare il più possibile l'impatto dell'intervento e anche per trovare una sintesi tra l'opzione "a presa rapida" elaborata a via XX Settembre (un anno ogni due dal 2012-2013) e quella dei "piccoli ritocchi" (un mese ogni anno dal 2015) ipotizzata a via Veneto.

La soglia di vecchiaia comincerebbe a salire solo dal 2015, o al più presto dal 2014, con un meccanismo molto graduale (soprattutto fino al 2019-2020 quando ci sarebbe un'accelerazione) che garantirebbe l'approdo a quota 65 anni non prima del 2025, ben oltre il 2020 o il 2022 immaginati dai tecnici del Tesoro. La decisione definitiva sarà presa dopo il vertice di maggioranza sulla manovra pluriennale da 43-45 miliardi, che sarà varata giovedì 30 giugno insieme alla delega sulla riforma fiscale e che conterrà anche una maxi-stretta antievasione su giochi e new slot e la rivisitazione del patto di stabilità interno per premiare i Comuni virtuosi.

Il giro di vite su scommesse, giochi non regolari, in particolare con macchine di intrattenimento, e sul cosiddetto "poker live" dovrebbe fruttare dai 500 ai 700 milioni nel 2011, ma non è escluso che si superi quota 3 miliardi con altre misure spalmate fino al 2014.
Sul fronte della rivisitazione del patto di stabilità interno, si sta perfezionando il dispositivo di indicatori sulla base del quale saranno individuati i Comuni virtuosi da premiare. Due voci di riferimento, alle quali saranno di fatto vincolati i premi, saranno quelle del debito e del costo del personale. A chiedere «una radicale revisione del patto di stabilità interno» ieri è stato il sindacato di Torino, Piero Fassino.

Il decreto della manovra conterrà anche una sorta di moratoria sui contributi agricoli: i versamenti saranno sospesi in attesa di un riordino dei meccanismi di tutela delle imprese in crisi. Un misura che dovrebbe andare incontro alle richieste della Lega. Sempre nel decreto con tutta probabilità saranno inserite alcune proroghe. Prima fra tutte quella a dicembre 2011 per gli studi di settore. Un altro slittamento dovrebbe riguardare le multe per le quote latte.

Tornando alle pensioni, se la partita sull'innalzamento dell'età delle lavoratrici private è aperta, pochi dubbi sembrano invece ormai esserci sull'anticipo al 2013 del meccanismo che aggancia il momento del pensionamento effettivo alla speranza di vita. Quasi certi anche il prelievo sulle pensioni d'oro e un intervento in chiave totalizzazione. In bilico continua a essere l'aumento al 33% dell'aliquota sui parasubordinati. Nel caso in cui questa misura dovesse saltare, potrebbe rispuntare l'anticipo al 2012 di «quota 97» per il pensionamennto di anzianità, prevista dalla legge Prodi-Damiano, utilizzabile anche come alternativa al piano sulle donne.

Ormai sicura è la terapia a base di costi standard per ministeri e sanità. Si continua a lavorare invece al capitolo pubblico impiego. Il blocco totale del turn over appare certo così la proroga al 2015 degli adeguamenti contrattuali, mentre è in corso una rimodulazione del taglio del 5% agli stipendi dei dirigenti pubblici, che dovrebbe scattare sopra i 70mila euro e non più dai 50mila euro. Un taglio che dai 130mila diventerebbe del 10%, oggi previsto solo oltre i 150mila euro. Ma i dirigenti statali sono sul piede di guerra. La Cida considera «iniqua» e «incostituzionale» la riduzione del 5% sopra i 50mila euro.

Quanto al fisco, la griglia è definita: delega "light" per la riforma e inserimento di alcuni interventi nel decreto. Confermate sia la mini-imposta di bollo sulle transazioni finanziarie che l'imposta sui servizi.
Sul piano di riduzione dei costi della politica, messo a punto dal ministro Giulio Tremonti, continuano a piovere consensi. «È un segno, un esempio», dice il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. Il ministro dell'Agricoltura, Saverio Romano chiede ancora più coraggio.

Proprio Tremonti martedì dovrebbe illustrare la manovra al vertice di maggioranza cui parteciperanno Silvio Berlusconi, Angelino Alfano e lo stato maggiore di Lega e Ir. Mercoledì o giovedì mattina, prima del varo dei provvedimenti, Tremonti e Berlusconi incontreranno anche le parti sociali.

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