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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2011 alle ore 20:18.

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(AFP)(AFP)

Di fronte a una crescita stentata sia in Europa che negli Usa, l'obiettivo principale per tutti i Paesi deve essere quello di «una crescita forte» attraverso «riforme strutturali di lungo termine». Lo ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, intervenendo al simposio dei banchieri centrali a Jackson Hole, nel Wyoming.

«Valuteremo caso per caso». Il presidente ha poi spiegato che l'uso di misure «non standard» da parte della Bce - quelle varate per contrastare la crisi, vedi la maggiore liquidità alle banche - sarà valutato caso per caso. «L'uso di tali misure - ha aggiunto - dipende da come funzione la trasmissione della politica monetaria e deve essere commisurato con il livello di malfunzionamento dei mercati finanziari».

Lagarde (Fmi): «Non c'è più tempo». I rischi per l'economia globale stanno aumentando e non è più possibile perdere tempo. È la tesi dalla direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, anche lei intervenuta al vertice di Jackson Hole. Secondo la numero uno dell'Fmi, «gli svilupi di questa estate indicano che siamo in una fase pericolosa. Gli ostacoli sono chiari. Rischiamo di vedere la fragile ripresa deragliare. Dunque, dobbiamo agire adesso».

Il risanamento dei conti non può essere l'unico obiettivo dei Governi. «Detto semplicemente», ha sottolineato Lagarde, «le politiche macroeconomiche devono sostenere la crescita» e anche «la politica monetaria deve rimanere fortemente accomodante, poichè i rischi di recessione controbilanciano quelli di inflazione».

Lagarde ha anche invitato l'Europa a ricapitalizzare le banche, anche attraverso fondi pubblici se i canali privati non saranno sufficienti. Inoltre, ha aggiunto, i Paesi europei devono mettere in campo piani di taglio al deficit «credibili». Negli Usa invece, il nodo del consolidamento fiscale di lungo termine non deve far ignorare l'importanza di alimentare la crescita nel breve. «Dopo tutto - ha concluso Lagarde - chi può credere che gli impegni a ridurre il deficit possano sopravvivere a una lunga stagnazione con alta disoccupazione e tensione sociale?».

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