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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2011 alle ore 20:18.

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La montagna di debiti del San Raffaele cresce a dismisura e raggiunge quota un miliardo e mezzo, mentre il patrimonio netto gira in negativo. I dati allarmanti emergono dall'esame dei conti effettuato dal Cda della Fondazione Monte Tabor che, pur definendo le passività soltanto «potenziali», decide di darsi appuntamento a lunedì prossimo per esaminare le linee guida del piano di salvataggio.

Del resto il tempo stringe e ai superconsulenti, Enrico Bondi e Renato Botti - assistiti dall'avvocato Franco Gianni - restano soltanto due settimane per scongiurare di dover portare in Tribunale i libri del gruppo ospedaliero fondato da Don Luigi Verzè. La magistratura infatti aveva fissato al 15 settembre il termine ultimo per presentare un piano che, con ogni probabilità sarà un concordato preventivo.

Il tutto mentre il novantunenne presidente, che la scorsa settimana aveva inviato una lettera al nuovo Cda targato Santa Sede per denunciare di essere stato tagliato fuori dall'assetto decisionale dal San Raffaele, oggi è tornato a presiedere la riunione del consiglio durante la quale, però, gli è stata ribadita la necessità di voler proseguire nella totalità discontinuità rispetto alla gestione precedente, sotto la guida di Mario Cal, l'ex vice presidente che si è tolto la vita lo scorso luglio in seguito al faro della procura di Milano sui conti del gruppo.

A conferma di questo, il consiglio ha ribadito l'obiettivo di «definire nei tempi previsti una soluzione tecnica che consenta di marcare la necessaria discontinuità gestionale, pur garantendo la continuità dello spirito della Fondazione».

Venendo ai conti, a far lievitare le passività del gruppo di Via Olgettina che, secondo l'advisor Deloitte, a fine giugno sono salite a 1,476 miliardi (nel bilancio 2010 ammontavano a meno di un miliardo di euro), è stato il sistema di garanzie concesso dalla Fondazione per conto di alcune controllate, i cui nomi però non vengono resi noti. In particolare, di questa montagna di debiti 431 milioni sono legati al leasing, al factoring e alle garanzie concesse.

Ma non finisce qui. L'altro dato allarmante infatti è il patrimonio netto che è stato rettificato in negativo per 210 milioni di euro. Nell'analisi precedente il dato era positivo (ammontava a 28 milioni) e la variazione è legata al fatto che Deloitte ha rivisto i principi contabili, facendo riferimento alle società per azioni. Da segnalare, infine, che il consiglio ha nominato Maurizia Squinzi nuovo direttore amministrazione e finanza. L'incarico decorrerà dal primo settembre.

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