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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2011 alle ore 16:44.

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I migliori tra i big/1

Eccellenza sempre di casa alla Elica di Fabriano
L'eccellenza è di casa alla Elica di Fabriano. E non solo perché le cappe per cucine che si producono ogni anno nei nove stabilimenti sparsi per il mondo sono tra le più apprezzate dal mercato. Ma anche per il lavoro svolto dal management verso la costruzione di un clima aziendale sereno e positivo, che garantisca le migliori condizioni di vita e di lavoro a tutti i dipendenti. Lavoro che ha permesso alla compagnia marchigiana di occupare, come lo scorso anno, la prima posizione della classifica nazionale di Great Place to Work. «Ci impegniamo costantemente nella ricerca dell'ottimo in tutto ciò che facciamo - sostiene Andrea Sasso, che da cinque anni è amministratore delegato di Elica -: la nostra attività quotidiana punta tutto sull'eccellenza, sull'innovazione, sulla creatività. In questo modo abbiamo costruito un ambiente di lavoro profondamente collaborativo, nel quale tutti si sentono protagonisti e che ha nella forza del gruppo un motore trainante». Un esempio si è avuto anche in questi anni caratterizzati dalla crisi economica: nessuno è stato lasciato a casa, i dipendenti hanno accettato di lavorare meno affinché si potesse lavorare tutti. «Questo senso di appartenenza, che si traduce in capacità propositiva, per noi è motivo di soddisfazione e di vanto, ed è la conferma che abbiamo investito nella giusta direzione». Che è quella del supporto costante dei propri collaboratori. I quali possono contare su programmi ormai consolidati e su iniziative sperimentali. È alla sua quinta edizione "Elica Life", che coinvolge non solo i dipendenti ma anche i familiari e gli amici, i quali hanno a disposizione una "member card" che garantisce sconti e convenzioni in tutta Italia, e sono stati rifinanziati i corsi di lingua inglese all'estero per i figli dei lavoratori. «E poi c'è E-Straordinario, un percorso di formazione che mira a costruire un rapporto tra l'arte e la produzione industriale: due mondi che sembrano lontani ma che, con incontri teorici e workshop, possono comunicare, potenziando la creatività e l'innovazione». Per migliorare la produttività e continuare sulla strada dell'eccellenza.

I migliori tra i big/2

Alla Fater nuovi traguardi con lo stesso spirito di coesione
Una multinazionale dal cuore italiano. O meglio: «Un grande gruppo gestito come una grande famiglia», per dirla con i dipendenti. Alla Fater di Pescara, azienda numero uno del mercato dei prodotti assorbenti e igienici per la cura della persona, sono i valori e l'identità condivisa che dettano le regole, non solo il business. Ed è così dal 1958: «Siamo nati come azienda familiare e nonostante la joint venture del 1992 con Procter&Gamble abbiamo saputo mantenere il nostro spirito originario di coesione che ci ha accompagnato e rafforzato in tutte le nostre trasformazioni», sostiene il direttore generale Roberto Marinucci, che oggi è ai vertici di un'impresa che impiega oltre 900 dipendenti, ha un fatturato annuo di quasi 800 milioni ed è sempre più proiettata nella modernità del mercato globale. Successi ottenuti investendo in eccellenza, innovazione e sperimentazione, in primo luogo nei confronti della propria forza lavoro, che viene sostenuta dentro e fuori l'azienda: «Tutte le nostre azioni si basano su una filosofia aziendale precisa: fare bene facendo la cosa giusta. Siamo visti come un'azienda che raggiunge dei traguardi importanti attraverso una condotta fortemente positiva verso i clienti, i collaboratori, la comunità all'interno della quale agiamo, gli altri stakeholder. Le nostre persone, insomma, considerano Fater non solo come un luogo di lavoro ma quasi come un'estensione della propria famiglia». Che come una famiglia si occupa di loro, e della quale loro devono occuparsi. E infatti sono numerosi gli strumenti di welfare aziendale messi in campo (dalle assicurazioni sanitarie alle borse di studio per i figli dei dipendenti, dalle convenzioni con attività ludiche e commerciali fino agli orari di lavoro flessibili), le commodity offerte e i programmi di formazione a disposizione dell'intera popolazione lavorativa: «Un modo - sottolinea Marinucci - non solo per far crescere professionalmente i nostri dipendenti ma anche per sviluppare il sentimento di "ownership" in tutti loro, che guardano all'azienda come fosse propria e si sentono in questo modo responsabili dei successi e partecipi dei risultati che Fater raggiunge».

I migliori tra i big/3

È il capitale umano l'arma vincente di Fedex
Trasporta prodotti in ogni angolo del mondo e fa volare le carriere dei propri dipendenti. Letteralmente. FedEx, uno dei leader mondiali delle spedizioni espresse, gioca la partita contro i competitor di tutto il mondo mettendo in campo prima di tutto il suo capitale umano: dal management al personale viaggiante tutti hanno un posto di primo piano in un'azienda che conta oltre 150mila collaboratori sparsi per il mondo e serve 220 Paesi. «Abbiamo sempre messo l'individuo al centro delle nostre politiche di sviluppo e questo ci ha premiato - racconta Renato Carrara, General Manager del gruppo in Italia -. Se dovessi stilare una classifica delle priorità di FedEx al primo posto metterei l'uomo, al secondo il servizio verso i clienti e solo al terzo il profitto: una scala di priorità lungo la quale continuiamo a salire». L'assunto è chiaro: se le persone sono seguite con attenzione, vengono stimolate e premiate, lavorano al meglio, generano servizi di livello elevato e attraggono così nuovi clienti disposti ad affidare al gruppo le proprie spedizioni. Due le armi vincenti: la comunicazione e il riconoscimento del merito. «Parlare e confrontarsi sempre è il primo passo che si deve compiere nel cammino verso l'eccellenza. Un cammino - prosegue il direttore generale - da fare con i nostri collaboratori. Il 98% dei ruoli dirigenziali in FedEx è ricoperto da persone che in azienda sono cresciute, quasi mai ci affidiamo a degli esterni: chi entra a lavorare con noi sa di avere la possibilità di progredire in breve tempo e di andare lontano». Anche geograficamente: la mobilità tra Paesi in cui il gruppo è presente è favorita, ed è poi agevolata la formazione. Lo sviluppo del know-how della forza lavoro diventa così un altro elemento fondante della gestione del personale, che deve essere preparato non solo in relazione alle proprie mansioni ma anche nei confronti del mondo nel quale vive e lavora: «Gli hard skills sono importanti, e li sviluppiamo attraverso centinaia di corsi formativi - conclude Carrara - ma non dimentichiamo le competenze soft. Perché agiamo in modo globale ma gestiamo il nostro business in maniera locale».

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