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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2012 alle ore 15:37.

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I rappresentanti del Governo durante l'incontro odierno con le parti sociali (Imagoeconomica)I rappresentanti del Governo durante l'incontro odierno con le parti sociali (Imagoeconomica)

Cassa integrazione rivista e limitata nel tempo (si punta sostanzialmente sulla Cig ordinaria). Ma anche indennità risarcitorie dopo il licenziamento. E ancora lavoro flessibile più caro e sgravi contributivi per la trasformazione dei contratti precari in lavoro a tempo indeterminato. Sono alcuni dei tasselli del documento che il Governo ha illustrato oggi alle parti sociali nel corso del primo round sulla riforma del mercato del lavoro. Niente ancora è stato messo nero su bianco, ma sarebbero sostanzialmente questi gli assi lungo i quali intende muoversi l'Esecutivo.

Stretta sulla Cig e indennità risarcitorie dopo il licenziamento
Nel documento articolato in cinque capitoli oggi sul tavolo dell'incontro di Palazzo Chigi si va innanzitutto verso una revisione del sistema della cassa integrazione con una stretta sull'attuale durata e la sostanziale limitazione alla cassa ordinaria (52 settimane). L'uso della cassa sarà quindi limitatissimo e nei casi in cui si possa riprendere il lavoro rapidamente. Per il resto, dopo l'uscita dall'azienda, ci sarà un'indennità risarcitoria.

Lavoro flessibile più caro
Secondo i contenuti fissati dall'Esecutivo, poi, il lavoro flessibile dovrà costare di più mentre la conversione da contratto a tempo determinato a
indeterminato sará favorita con la graduazione degli sgravi contributivi anche in rapporto alla formazione svolta.

Verso un contratto calibrato sul ciclo di vita
Per quel che riguarda i contratti, l'obiettivo dell'esecutivo è immutato. Il Governo punta infatti a sfoltire la giungla di modelli contrattuali attualmente esistente e a puntare soprattutto su un contratto "calibrato" sull'età del lavoratore. Il documento illustrato alle parti sociali, prevede infatti una tutela del lavoro «modellato sul ciclo di vita delle persone»: il contratto, in sostanza, evolverà con l'età dei lavoratori. A questi dunque saranno legati i futuri interventi innovativi. Di contratto unico comunque si parlerà solo a fine confronto «se le parti lo vorranno».

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