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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2012 alle ore 09:51.

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(Reuters)(Reuters)

I 25 leader dell'Unione europea (sono rimasti fuori Gran Bretagna e Repubblica Ceca) hanno firmato il "fiscal compact" o "patto di bilancio", quel documento che serve a garantire la tenuta dei conti pubblici dell'Eurozona: il presidente Ue Herman Van Rompuy si è detto «molto fiducioso» che gli Stati lo ratificheranno. «Ora avete il compito di convincere i vostri Parlamenti», ha detto Van Rompuy.

Più cauta la cancelliera tedesca Merkel, alla fine del summit:«La situazione resta molto fragile, non siamo ancora fuori dal tunnel, ci sono ancora molti passi da fare, è sbagliato dire che la situazione non è più allarmante». Pochi minuti fa Mario Monti da Bruxelles si è mostrato ottimista: ha detto che l'Italia «ha sempre apprezzato l'equilibrio e la grande capacità di mediazione in questi tempi così difficili» dimostrati dal presidente Van Rompuy. E ha aggiunto: «Fa piacere che per la prima volta da due anni in qua il consiglio europeo non è stato dominato da crisi finanziaria ma finalmente dedicato a crescita ed occupazione», l'Italia «è rimasta soddisfatta dalle misure per la crescita».

Il "patto di bilancio" sostanzialmente conferma le nuove regole della supervisione delle politiche di bilancio già in vigore da quest'anno (compresa la regola sul calo del debito pubblico). Si applicherà solo se 12 Stati lo ratificheranno e per ottenere un prestito il Paese in questione dovrà averlo ratificato. Il patto, che ha la veste di un trattato intergovernativo, non si applicherà che ai paesi Eurozona e a tutti quelli che, avendolo sottoscritto oggi, ne faranno parte in futuro.

Anche la Danimarca lo sostiene nonostante goda della clausola di deroga dall'obbligo di partecipare (prima o poi) all'Unione monetaria.
Grava l'incertezza sul referendum irlandese che in passato ha già respinto due volte trattati europei (quello di Nizza nel 2001 e quello di Lisbona nel 2008). Secondo il presidente Eurogruppo Jean-Claude Juncker, la decisione irlandese non è un elemento di "stabilizzazione" dell'Unione monetaria tuttavia ritiene che non debbano essere temute «le stesse conseguenze drammatiche verificatesi in passato».

L'Irlanda in ogni caso rischierebbe moltissimo nel caso il referendum bocciasse il "fiscal compact", dato che si chiuderebbe immediatamente il rubinetto degli aiuti per il salvataggio finanziario.

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