Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2010 alle ore 08:07.
Borsa Italiana si appresta a cambiare la rotta dei suoi road show per inserirsi in quello che ormai è diventato l'obiettivo comune dell'«Occidente», si tratti di mercati azionari, imprese o governi: intercettare sempre più la forza finanziaria dell'Asia e di altre aree emergenti per attirare maggiori flussi di capitali. Se quest'anno, alle tradizionali tappe di New York e Londra, ha aggiunto incursioni a Toronto e Stoccolma, Piazza Affari si prepara a organizzare l'anno prossimo, per la prima volta, road show in Medio Oriente e in Sudamerica. Lo anticipa Massimiliano Lagreca, responsabile per le Large Cap, a Tokyo per la settima Italian Investor Conference, realizzata assieme a Nomura con la collaborazione della Farnesina, ultima tappa del programma 2010.
«Per il 2011 stiamo pensando a incontri negli Emirati o in Qatar, mentre per l'America del Sud la tappa potrebbe essere a San Paolo del Brasile», afferma Lagreca, che sta accompagnando a Tokyo sei aziende (Ansaldo Sts, Benetton, Eni, Prysmian, Snam Rete Gas e Telecom Italia) per il meeting di oggi con una quindicina di case di investimento nipponiche. «Negli ultimi 5 anni il numero dei fondi giapponesi investitori nel Footsie Mib è cresciuto a 36 – continua – Al 30 settembre scorso, il valore dei loro investimenti risulta in crescita del 30% a 1,4 miliardi di dollari rispetto a un anno fa, con una ripresa che ha premiato soprattutto le società italiane che più si sono presentate direttamente negli anni scorsi agli interlocutori nipponici, che gradiscono molto la conoscenza diretta del top management». D'altra parte, i fondi giapponesi non possono essere soddisfatti dei rendimenti ottenuti negli anni più recenti, se non altro a causa del trend valutario legato al rialzo dello yen, che pure oggi ripropone loro nuovi stimoli a investire all'estero.
In vista dell'Italy-Japan Business Group che si terrà in Campidoglio a Roma a fine mese, comunque, la parte nipponica si è mostrata fredda verso l'idea italiana di organizzare uno specifico workshop focalizzato sugli investimenti puramente finanziari. Non decolla, inoltre, l'idea di dar vita a un vero e proprio fondo bilaterale italo-giapponese, come ha indicato ieri il delegato della Banca d'Italia a Tokyo (responsabile per l'Estremo Oriente), Pietro Ginefra, nel corso di un colloquio a titolo personale nella sede Aifi di Milano davanti a operatori del private equity.
Il Ministero dell'economia giapponese non ha nulla in contrario se dal mercato venisse un chiaro segnale di fattibilità dell'operazione. Ma ci si scontra con un doppio problema di tipo dimensionale: Nomura, candidata naturale per una operazione del genere, non è interessata a un fondo da soli 180-200 milioni, perché i costi di gestione non giustificherebbero il suo impegno in merito; un fondo da un miliardo, però, sarebbe problematico sia sul piano del finanziamento sia su quello dei successivi investimenti concreti.
Le dimensioni medie o anche piccole delle imprese italiane potenziali oggetto di investimento rappresentano un ostacolo serio più generale, ad esempio se si cerca di ottenere l'attenzione dei fondi sovrani, ha aggiunto Ginefra. In più, spesso anche in incontri istituzionali ci si sente dire che la liquidità è ormai diventata una commodity: non basta promettere «vi faremo guadagnare», ma occorre proporre in qualche modo del valore aggiunto.
Esempio: le autorità di Singapore, in sede di discussioni sull'ipotesi di un fondo bilaterale, hanno suggerito il loro interesse per investimenti in aziende italiane – ad esempio in settori di punta come il design – che a loro volta facciano investimenti diretti nella città-stato. Non è ancora del tutto chiaro, infine, se i fondi sovrani preferiscano come partner un fondo semi-istituzionale o un soggetto del tutto privato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Permalink
Ultimi di sezione
-
banche
«UniCredit più forte sul capitale con la crescita dei profitti»
-
tlc & media
Telecom, accordo sui contenuti con Mediaset
di Antonella Olivieri
-
trimestrali
Chrysler accelera nel II trimestre
di Andrea Malan
-
finanza
Mediobanca rileva il 51% di Cairn Capital. Utili in crescita del 27%, il titolo brilla in Borsa
-
la giornata dei mercati
Borse positive dopo i dati Usa, Milano +1,87%. Banche a picco ad Atene - Mediobanca fa shopping e sale (+6%)
-
ACQUISIZIONI
PartnerRe, Exor vince la partita
di Marigia Mangano
Dai nostri archivi
Moved Permanently
The document has moved here.
Riflettori sui bric
- Non solo Bric: ecco il club di 25 Paesi che fa da locomotiva all'economia globale
- Non più "emergenti", ma "mercati della crescita". I Brics celebrano il terzo summit annuale
- Alla scoperta delle nuove metropoli di Cina, India e Brasile a bordo di una Mercedes
- I Bric salveranno gli Usa. Nuove opportunità per l'export dai consumi nei paesi emergenti
- «Sistema finanziario più a rischio di prima»
Brasile
- Brasile: le case automobilistiche europee Renault, VW e Bmw investono miliardi di dollari in nuovi stabilimenti
- Alla scoperta delle nuove metropoli di Cina, India e Brasile a bordo di una Mercedes
- Boom in Brasile: 2,5 milioni di posti. Stretta sui tassi della Banca centrale
- Il Brasile dello sport avvia i grandi cantieri
- Nel Brasile del miracolo agricolo. Così il paese è diventato la potenza che sfida Europa e Stati Uniti
India
- L'India congela le riforme ma punta sugli aiuti per le fasce più deboli, confidando nella crescita
- Alla scoperta delle nuove metropoli di Cina, India e Brasile a bordo di una Mercedes
- «Design e innovazione nella shopping list delle imprese indiane»
- La missione prende il via a Roma
- L'India colosso dai piedi d'argilla