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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2011 alle ore 14:07.

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L'euro guadagna su dollaro, sterlina e yen. È tornato super? Consigli pratici per investire e viaggiareL'euro guadagna su dollaro, sterlina e yen. È tornato super? Consigli pratici per investire e viaggiare

L'euro si è impennato questa mattina fino a quota 1,4463 sul dollaro, tornando sui livelli del 12 gennaio 2010. La divisa continentale però si sta rafforzando anche nei confronti della sterlina (oggi ha toccato quota 0,8860 sterline, il top da ottobre 2010) e dello yen (si è spinta al massimo dal maggio 2010 a 123,33 yen). Insomma, i numeri indicano che l'euro in questa fase ha più benzina delle altre valute big mondiali sul mercato valutario. Come mai?

Perché l'euro sta salendo
A rafforzare l'euro concorrono una serie di fattori. A cominciare dalla stretta sui tassi di interesse operata giovedì 7 aprile - la prima dal luglio 2009 - dalla Banca centrale europea che ha alzato il costo del denaro dall'1% all1'25 per cento. Ma, sopratutto, i mercati si aspettano una serie di altre mini-strette nei prossimi mesi. Tra le più accreditate previsioni, ci si attende un nuovo ritocco all'insù della leva dei tassi a luglio, seguito da un'altra stretta a fine anno. Peraltro queste ipotesi sono alimentate anche dalle parole del governatore della Bce, Jean- Claude Trichet che nell'ultimo direttivo della Bce, ha aperto a nuove manovre necessarie «per contrastare l'avanzata dell'inflazione» che, complice l'aumento del costo delle materie prime, sta viaggiando nel 2011 oltre la soglia di guardia del 2 per cento. Allo stesso tempo ad alimentare gli acquisti di euro sui mercati valutari sono anche le prospettive incoraggianti di un incremento degli utili societari che, a loro volta, alimentano l'appetito per il rischio degli investitori e quindi allontanano gli stessi da quelle che sono considerate nelle stanze della finanza le valute rifugio, franco svizzero e dollaro su tutte.

Le molle che spingono giù il dollaro
A proposito del cambio euro/dollaro, va rilevato che l'euro sta salendo anche perché, sull'altro versante, è il biglietto verde a indebolirsi. Per una serie di fattori, che poco hanno a che vedere con le dinamiche macroeconomiche del Vecchio Continente. Negli Stati Uniti, infatti, a differenza di quanto visto in Europa, prevale ancora uno scenario "a tassi zero". Il governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha smentito nei giorni scorsi le previsioni dei "falchi" della Fed che indicavano come imminente l'avvio di una fase rialzista del costo del denaro. Oltre alla smentita, prosegue il programma di quantitative easing varato lo scorso anno dalla Fed che prevede l'acquisto di titoli di Stato - in varie tranche fino a giugno 2011 - per un valore di 600 miliardi di dollari. Una misura "espansiva" che tende a spingere verso il basso le quotazioni del dollaro.

Il dollaro vola basso anche perché i prezzi delle materie prime - dal petrolio ai metalli preziosi - sono in continuo rialzo (oggi oro e argento hanno aggiornato nuovi massimi). Essendo le materie prime prezzate in dollari, ne consegue che in una fase rialzista dei prezzi occorro più dollari per comprare un determinato stock di commodities rispetto a uno scenario di prezzi inferiori. La conseguenza di questo circolo vizioso è che il dollaro tende a perde ulteriore forza.

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