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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2012 alle ore 07:46.

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Moody's declassa l'Italia. L'agenzia di rating ha peggiorato il giudizio sui titoli di Stato italiani di due gradini, con un outlook che resta negativo. L'annuncio dell'agenzia di rating è stato fatto nella notte, poco prima dell'arrivo del presidente del consiglio Mario Monti a Sun Valley, sulle montagne dell'Idaho, negli Usa, alla conferenza annuale della banca d'affari Allen & Co, raduno dei big dei media e della new economy.


Critico il commento del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nei confronti dell'ennesimo declassamento: «Penso - ha detto Squinzi arrivando questa mattina all'assemblea dell'Ance - che il nostro paese manifatturiero sia molto più forte di quello che appare nelle valutazioni di Moody's».

Il premier Mario Monti, ospite d'onore della sessione odierna del raduno, punterà, nonostante tutto, a rassicurare gli investitori. A far paura, spiega Moody's, è il rischio di contagio dalla Grecia e dalla Spagna ma anche il clima politico che «con l'avvicinarsi delle elezioni della prossima primavera - si legge nella nota dell'agenzia di rating - rappresenta un'ulteriore fonte di rischio», nonostante le positive misure intraprese dal Governo.

Moody's segnala la diminuita disponibilità degli investitori stranieri d'oltreoceano a comprare i bond italiani e il netto aumento dei costi di finanziamento sui mercati. Per l'agenzia di rating, le prospettive per l'Italia sono deteriorate perché la crescita è debole e la disoccupazione è in aumento. Il Pil, in particolare, è stimato in calo del 2% con la conseguenza di rendere più difficile per il Paese centrare gli obiettivi fiscali e di bilancio. L'Italia è insomma un sorvegliato speciale e Moody's non esclude un ulteriore declassamento. «I rischi che gravano sull'attuazione delle riforme restano considerevoli - sottolinea Moody's - e aumentano il peso dell'austerity e delle riforme sulla popolazione italiana». Il timore è che la politica possa frenare l'operazione di risanamento messa in campo dal Governo con «un programma di riforme che ha davvero le potenzialità per migliorare notevolmente la crescita e le prospettive di bilancio».

Le critiche alle agenzie di rating

A metà maggio, la stessa agenzia di rating aveva pesantemente declassato 26 banche italiane, portandole ai livelli tra i più bassi in Europa. Una decisione che era sembrata animata da un certo accanimento nei confronti del nostro paese, tanto che Abi e Consob avevano duramente criticato la decisione di Moody's, invitando i responsabili dell'agenzia a fornire spiegazioni.

Agli inizi di luglio, inoltre, l'Esma, l'authority europea con sede a Parigi incaricata di vigilare sulla stabilità dei mercati finanziari, ha deciso di avviare un'inchiesta sull'operato delle tre grandi agenzie di rating – vale a dire Standard & Poor's, Moody's e Fitch – per quanto riguarda le modalità e le procedure di valutazione della solidità patrimoniale delle banche.

Effetti a cascata

La decisione di Moody's si è subito fatta sentire in Borsa: Milano ha inizialmente aperto in positivo ma ha subito virato sotto la parità (segui gli Indici in tempo reale). E c'è attesa per l'asta dei BTp che chiuderà il termine per le offerte in mattinata.

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