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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2010 alle ore 13:18.
La Coppa del mondo 2010 in Sudafrica sarà ricordata per il tifo festoso e colorato, la musica, le danze sugli spalti, gli abiti estrosi dei fan dei vari team africani…: i leoni indomiti del Cameroun di Eto'o, le stelle nere del Ghana, le Aquile della Nigeria, gli Elefanti della Costa d'Avorio di Drogba, le Volpi del deserto dell'Algeria e, appunto, i Bafana Bafana del Sudafrica, padroni di casa.
Il mondiale di calcio nella Rainbow Nation sarà anche ricordato per il suono, o meglio, il rumore assordante e continuo delle vuvuzelas: "Tuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu", le trombette di plastica colorata, immancabile sottofondo alle partite seguite da più di un miliardo di telespettatori, e di non piccolo disturbo per i campioni di turno. Dopo un incontro amichevole tra Giappone e Sud Africa a Port Elizabet, poco prima dei mondiali, finito con un secco 0-0, il presidente della Federazione di calcio giapponese, Motoaki Inumai, ha presentato un reclamo ufficiale alla Federazione sudafricana chiedendo di bandire le vuvuzelas nelle partite internazionali perché, a suo dire, "il rumore era così assordante che non si sentiva niente, nemmeno a 5 metri di distanza". Lapidaria la risposta di un alto funzionario della Fifa: "Vietare le trombette? Non se ne parla. E' come se si chiedesse alla Svizzera di vietare i campanacci alle sue mucche perché fanno rumore".
Tratto dal libro Miracolo Africano di Riccardo Barlaam e Massimo Di Nola, edizioni Gruppo 24 Ore