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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2010 alle ore 08:50.
Eccole la prima sofferenza collettiva! Chi di voi non si era già un po' affezionato alle contagiose danze dei ‘bafana bafana', accarezzando il sogno di accompagnare i padroni di casa più avanti possibile? Invece sul volto dei sudafricani tutti, giocatori e non, il radioso sorriso si è già spento con la consapevolezza che, dopo la dura lezione impartita dall'Uruguay, superare il girone sarà un'impresa proibitiva.
Ed ecco anche il primo colpo di teatro: il primo vero bagno di umiltà del mondiale è toccato alla Spagna. La più favorita tra le squadre europee si fa infilzare dalla Svizzera. Mentre il Cile, convincente, senza grandi clamori rilancia le sue quotazioni nel borsino del suo girone battendo l'Honduras .
E' dunque già tempo di sogni infranti. Il secondo giro, per il Sudafrica, ha già l'amaro retrogusto di una sentenza. L'Uruguay piazza un tripletta che lo catapulta in vetta al girone A che significa molto non solo per i sudafricani ma anche per la Francia, che, in campo oggi col Messico, giocherà con una pressione che forse non aveva messo in preventivo. A Pretoria la squadra di Tabarez non molla mai le redini del gioco e conquista senza fatica la prima vittoria, mettendo in luce tutti i limiti di un Sudafrica che ha voglia e cuore ma non i numeri per competere a così alto livello.
Forlan firma la prima doppietta del torneo ma soprattutto si conferma leader incontrastato della ‘celeste', una squadra tosta e sufficientemente talentuosa da poter impensierire chiunque. Pereira infligge il colpo di grazia con il terzo gol. Se la gara non è mai in discussione, figuriamoci quanto si compromette al 34' della ripresa quando in un colpo solo, e dopo aver gettato al vento le poche occasioni sotto porta, i ‘ragazzi' perdono il portiere Khune che viene espulso per un fallo da rigore, discutibile tra l'altro, che Forlan trasforma raddoppiando.
Intanto la Spagna non si capacita del proprio scivolone. Il vero problema non è neppure il gol partita, firmato con una buona dose di fortuna da Fernandes ad inizio ripresa. Fosse un episodio non saremmo qui a parlare di flop. La verità è che la Svizzera ha messo sotto i campioni d'Europa ed ha ampiamente meritato il suo tesoretto di punti. Gli uomini di Del Bosque, attesi come la manna dal cielo in un mondiale che non ha ancora scoperto le sue carte, hanno sopreso in negativo.
Grandi nomi, sì, ma ancora imbolsiti da una preparazione evidentemente mal calcolata. Talento che si intravede dietro una patina di lentezza e prevedibilità. E Svizzera che astutamente si gioca l'effetto sorpresa con una pragmatica organizzazione di gioco. Unica attenuante delle ‘furie rosse' , il legno colpito da Xabi Alonso. Ma come diceva il saggio Boskov, per segnare bisogna tirare in porta. In effetti, il possesso palla, unico virtuosismo ostentato dalla Spagna, è buono solo le statistiche degli amanti del genere.