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La luce di Lippi si è spenta. Le pagelle di Italia- Nuova Zelanda

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2010 alle ore 19:41.

Marchetti 6
In teoria non dovrebbe prendere voto, come in teoria dovrebbe prendere un brutto voto. La Nuova Zelanda ha tirato due volte in porta: un gol nel primo tempo e un palo sfiorato da Wood sul finire della partita che ha messo i brividi. In occasione del vantaggio neozelandese è tuttavia l'intera difesa mal piazzata che si fa infilare e lui non può farci nulla. Per il resto prosegue nella sua attività di spettatore, iniziata nel secondo tempo contro il Paraguay. Una sufficienza d'incoraggiamento .

Zambrotta 7
Il migliore con Montolivo. Inesauribile, ha disputato una partita della sua giovinezza quando nella Juve correva come un indemoniato sulla fascia di pertinenza. Sempre propositivo, sempre veloce e preciso, dal suo piede sono partiti mille spunti. L'ultimo ad arrendersi, con una prodezza al 90° non aiutata dalla fortuna. Un esempio.

Cannavaro 5
Se lui è il comandante sulla tolda della difesa, non gli si può perdonare quest'altro gol preso su una punizione. Poi sul finire della partita un suo svarione stava per regalare all'Italia la beffa di una sconfitta che ci avrebbe portato indietro di quasi mezzo secolo, ai mondiali d'Inghilterra contro la Corea del Nord. Incerto anche in altre occasioni.

Chiellini 6
Rispetto a Cannavaro si mostra più attento nei rari attacchi avversari. Si spinge spesso in avanti, ma le occasioni per mostrare il suo pezzo preferito, il colpo di testa su punizione o calcio d'angolo, sono poche perché la difesa degli All White è composta da un gruppo di giganti. Nel primo tempo gli capita la palla d'oro a tu per tu con il portiere, ma sbaglia perché non ha e non può avere il tocco felpato e la rapidità di un attaccante.

Criscito 6
Svolge il suo compito con assiduità sulla falsariga di quanto mostrato contro il Paraguay, ma senza brillare perché sulla sua fascia di competenza l'Italia si mostra meno attiva. Non a caso i momenti migliori li ha avuti quando Pepe è stato spostato nella sua zona e ha trovato modo di intessere un dialogo proficuo.

Pepe 6
Un'altra prova generosa, meno brillante della prima uscita, comunque di grande impegno e sostanza e comunque non tale da giustificare la sua sostituzione alla fine del primo tempo. È vero che noi si scrive e ragiona col senno di poi, ma lasciare in panchina un lottatore, sia pure un po' anarchico, non ci è parsa una buona mossa. Dal 1° minuto del secondo tempo
Camoranesi 5
Il modulo d'inizio ripresa pareva aver trovato in lui il demiurgo, l'uomo capace sia di stare largo sia di rientrare creando superiorità numerica in centrocampo. Ma i conti Lippi li ha fatti pensando a un altro Camoranesi. Quello visto contro la Nuova Zelanda è il ritratto della sua brutta stagione. Troppi palloni persi, troppa confusione che ha finito per danneggiare sia De Rossi sia Montolivo. Di positivo solo un gran tiro dalla distanza ben parato dall'ottimo Paston, il migliore dei suoi. Troppo poco.

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De Rossi 6
La sufficienza viene dell'impegno dimostrato per tutti i 90 minuti e dal rigore procurato, ma il centrocampista della Roma pare un pesce fuor d'acqua, vittima anch'egli dei frequenti cambi di modulo nel tentativo di trovare la via della rete. Comunque è uno dei pochi dell'Italia a "vedere"la porta. Chissà quanto in cuor suo rimpiangerà l'assenza di Totti e non solo per motivi di maglia. Resta un esempio di solidità e generosità. Anche a mezzo servizio è pedina insostituibile.

Montolivo 7
Eccolo il migliore degli azzurri. Superati gli impacci dell'esordio e certo con meno problemi in mezzo al campo rispetto alla partita con il Paraguay, ha saputo dare profondità al gioco. Dalle sue aperture sono scaturite le azioni più belle e interressanti. Poi ha sfoderato il pezzo forte del suo repertorio: il tiro violento e secco da fuori area, nel primo tempo colpendo il palo interno, nella ripresa fermato solo dalla prodezza di Paston. L'unica pausa, non a caso, a inizio ripresa, quando ha giocato interno sinistro, ruolo che non predilige. Poi Lippi è tornato al 4-2-3-1 e si è subito ritrovato.

Marchisio 5
A vederlo pendolare a destra e sinistra dello schieramento ti viene il mente il detto della Real Marina delle Due Sicilie dell'Ottocento. All'ordine facite ammuina: tutti chilli che stann a prora vann'a poppa e chilli che stann ‘a poppa vann'a prora con quel che segue. Un vagabondo senza fissa dimora e soprattutto senza costrutto. Forse il problema vero non è la sua posizione, ma il suo precario stato di forma. L'insistenza di Lippi non trova spiegazione logica. Dal 62 del secondo tempo
Pazzini 5 ½
Entra quando i migliori schemi sono saltati per trovare il tocco che gli ha consentito di brillare nella Samp in mezzo alle aree affollate. Ma anche per lui non è pomeriggio e presto si smarrisce, sbagliando anche un paio di appoggi all'indietro.

Gilardino 5
Quanta fatica anche con i modesti pedatori neozelandesi. È vero, viene servito poco e male, ma lui fa ancor meno per farsi vedere. Sempre con le spalle alla porta, non si fa mai trovare smarcato dai compagni. Si perde tra i marcantoni del bunker neozelandese che non gli concedono tregua. Si fa notare solo sui calci d'angolo, davvero troppo poco per uno che deve fare la differenza. Dal 1° minuto del secondo tempo
Di Natale 5 ½
Confessiamo la sorpresa per noi estimatori della punta dell'Udinese. Lo vediamo entrare a inizio ripresa e pensiamo: finalmente uno che sa saltare l'uomo, finalmente un pizzico di fantasia. Invece il buon Totò si impegna ma non incide e finisce per smarrirsi nel generale disordine degli azzurri del secondo tempo. Notate anche un paio di incomprensioni con qualche discussione in corso d'opera con i compagni.

Iaquinta 6 ½
Eccolo l'operaio della nostra squadra, un esempio per tutti. Se l'impegno fosse pari ai piedi buoni sarebbe un fenomeno. Una partita di lotta tra i giganti e lui a provarci, a sacramentare con i suoi piedi, con le labbra e con la porta che non gli riesce di inquadrare. Ma lui c'è, c'è sempre con quella faccia scavata da bravo operaio del football anche quando si tratta di tirare un rigore che è proibito sbagliare e che tira come se fosse Robi Baggio. Sia reso onore a Vincenzo

Lippi 5
Lasciamo pure perdere le scelte degli uomini, sempre discutibili e la sua incrollabile fiducia mal riposta in giocatori fuori forma, come Marchisio e Camoranesi. Ciò che desta stupore in un allenatore di tale caratura, capace come pochi di leggere le partite, come ampiamente dimostrato nel mondiale vinto in terra di Germania, è l'incertezza con la quale ha disposto gli uomini in campo, variando modulo un paio di volte in corsa senza risultato alcuno. In questa Nazionale pare essersi spenta non solo la lampada del Genio, ma più semplicemente la luce.

Nuova Zelanda 8
D'accordo, è un voto esagerato, ma volete riflettere sull'impresa? Un paio di impiegati di banca, un altro paio di professori e altri onesti pedalatori, hanno compiuto l'impresa della vita: pareggiare con i campioni del mondo e se a sette minuti dalla fine Wood avesse indovinato l'angolo… Un applauso sincero, perché il pari è meritato. Con una citazione particolare per Paston, ottimo portiere e per la granitica difesa. Eccellente anche la disposizione in campo

Arbitro
Batres 6
Una partita ben diretta spegnendo al'inizio l'ardore neozelandese e la brutta propensione a giocare di gomito. Con l'ausilio di più ripetizioni, abbiamo inteso che forse il gol dei bianchi è viziato da fuorigioco, ma di un'inezia. Suvvia, non è il caso! Questo pari è frutto solo della sterilità dell'Italia, bando alle chiacchiere.

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