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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2010 alle ore 08:47.
Quando non hai elementi per puntare sulla tua forza devi aggrapparti alle debolezze degli altri. E noi questo dobbiamo fare da qui a giovedì: aggrapparci alla speranza che la Slovacchia confermi il grigiore mostrato ieri con il Paraguay. Una squadra impalpabile che, sotto di due gol, non ha saputo neppure abbozzare una minima reazione. Il Paraguay ha passeggiato e dato spettacolo con un attacco che l'Italia manco se la sogna. Santa Cruz, Valdez e Barrios mettono subito in difficoltà il portiere slovacco. Santa Cruz in particolare stimola i riflessi di Mucha che respinge il suo destro e replica pochi minuti dopo su Riveros.
Ma in campo c'è troppo Paraguay e troppo poca Slovacchia per poter reggere a lungo alla forza d'urto e, poco prima della mezz'ora arriva il primo gol dopo un veloce scambio che mette Vera in condizione di battere a rete di prima. Il portiere slovacco è super impegnato perché i suoi si lasciano trafiggere come burro e sbagliano gli appoggi più banali perdendo palla con regolarità nelle zone più delicate del campo. Al 40' Santa Cruz si ripresenta come un incubo al suo cospetto: Mucha è attento e controlla. Nella ripresa il Paraguay sembra volersi accontentare di controllare il risultato acquisito ma i valori in campo sono così sbilanciati che tanto vale approfittarne.
L'onnipresente Santa Cruz , in versione assist man, crossa per Vela che stacca divinamente ma non è fortunato e la palla sfila di poco a lato. Ma il raddoppio è nell'aria e scocca dai piedi di Riveros che si libera in area e punisce nuovamente il povero Mucha. Gli slovacchi riescono a rialzare la testa quando è troppo tardi. Nei minuti di recupero Vittek chiama in causa per la prima volta Villar che salva in corner. Il Paraguay si piazza quindi comodamente in testa al girone mentre la Slovacchia è tutta qui, l'avversario giusto dal quale ripartire per girare pagina e tappare la bocca a chi, giustamente, si sta facendo due risate alle spalle di quel che resta dei campioni del mondo.
A ripagarci gli occhi, se non il cuore, in serata arriva il Brasile. E finalmente si respira aria e livello mondiale. Contro la Costa d'Avorio la squadra di Dunga spazza via il retrogusto di perplessità che aleggiava nell'aria dopo la prima gara, un po' troppo stentata, vinta con la Corea. E dire che Didier Drogba e compagni erano un ostacolo, almeno sulla carta, molto più ostico. I verde oro invece hanno dato una grande prova di forza che li ha ripagati con la qualificazione agli ottavi di finale. E peccato per l'espulsione di Kakà, non del tutto meritata, che salterà la prossima gara. La Selecao ci mette un po' per prendere le misure agli ivoriani che partono armati nelle migliori intenzioni e con grande determinazione, peccando però negli ultimi metri e offrendo inevitabilmente il fianco alle ripartenze brasiliane. Al 25' sale in cattedra Kaká offrendo uno splendido assist a Luis Fabiano che scocca un gran destro sotto la traversa. Dindane ed Eboué vanno alla ricerca del pari ma senza riuscire davvero a impensierire seriamente Julio Cesar.