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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2010 alle ore 09:21.
D opo la partita contro la Nuova Zelanda il nostro allenatore è sotto attacco e principalmente per tre motivi. Il primo: la scelta dei 23 giocatori che ha portato in Sudafrica. Il secondo: la scelta degli undici titolari. Il terzo: la scelta del modulo da adottare.
Sul primo punto, sono d'accordo con Marcello Lippi sia perché in casi come questi, quelli che non ci sono sono sempre meglio dei presenti sia perché i vari Cassano, Balotelli o Totti hanno dimostrato in campionato di non essere meglio di Di Natale (29 gol) Pazzini (18) e Gilardino (15). Sul secondo punto, penso valga il discorso fatto sopra e cioè che chi ha disputato un ottimo campionato meriti, una volta accertata la non buona forma dei presunti titolari, di poter scendere subito in campo. La critica che mi sento di condividere è quella relativa al modulo dell'ultima partita proprio per i giocatori scelti. Affrontare la Nuova Zelanda con il 4-4-2 non avendo gli uomini giusti credo sia stato un azzardo: gli uomini schierati sulle fasce non ricoprono quello stesso ruolo nei loro club, visto che sia Pepe sia Marchisio non hanno quelle qualità (dribbling e cross) per quel compito mentre Gilardino (da solo nella Fiorentina) e Iaquinta (con Del Piero appena dietro) in campionato non giocano in quella maniera.
Per concludere aggiungo che Lippi (il nostro vero fuoriclasse) valuta controllando i giocatori quotidianamente mentre noi siamo seduti in poltrona e che, paradossalmente, con le squadre che eventualmente affronteremo dagli ottavi, potremmo esaltare le nostre qualità che sono ordine, organizzazione, fase difensiva e contrattacco senza preoccuparci di imporre il nostro gioco.