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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2010 alle ore 18:30.
David Villa avrebbe quasi perso una gamba da bambino.
È quanto riporta il Sun, tabloid inglese, che racconta
del terribile incidente sofferto da ragazzino. A 13 anni infatti
Villa subì un brutto infortunio al femore, quando un ragazzo
più grande di lui, durante una partitella gli piombò
addosso, frantumandogli la gamba destra. La situazione era grave al
punto che i dottori pensarono di amputargli l’arto.
Fortunatamente, il peggio venne scongiurato, ma Villa dovette
portare il gesso per sei mesi.
Quello che doveva rovinare il sogno di diventare un professionista,
si rivelò alla fine la sua fortuna. Il padre José
Manuel, minatore, tornado a casa dal lavoro, ogni giorno, durante
il periodo di degenza, lo faceva calciare per ore col sinistro.
“Penso che ora è per questo che ha entrambi i piedi
buoni”, racconta il padre. Villa ha poi visto il sogno
diventare realtà, anche grazie a suo padre. “Sia
quando ero col gesso che dopo, mio papà mi faceva calciare di
destro e di sinistro. Non mi ricordo di una sessione
d’allenamento in cui mio padre non c’era”,
conferma David che ha scelto la carriera di calciatore anche per
sfuggire al destino da minatore, vedendo il padre rientrare a casa
ogni giorno esausto.
“Non ho mai pensato di fare il minatore”,
confessa il giocatore. “Gli incidenti, le ore di agonia
trascorse da mia mamma in ospedale. Non sarei mai diventato un
minatore, a meno che non stessi morendo di fame”. David
non è mai stato bravissimo a scuola, ma eccelleva nel calcio e
il padre racconta che quando la maestra chiedeva di punirlo,
negandogli il pallone, il padre non l’ha mai fatto: “
Non gli permettevo di andare in bicicletta, giocare ai
videogames, ma mai di non farlo giocare a calcio”.
Nonostante il suo prodigioso talento, Villa ha passato ore a
piangere come un bambino, quando a 9 anni la squadra locale
dell’Oviedo non lo prese perché era troppo piccolo per
la sua età. Subito dopo ha firmato per un altro piccolo club,
il Langreo, poi è passato allo Sporting Gijon, grandi rivali
di Oviedo. Da lì l’arrivo al Saragozza fino
all’affermazione al Valencia e l’approdo al
Barcellona.
Dopo la delusione a Euro 2008, quando dovette saltare la finale per
un infortunio al bicipite femorale, al Mondiale in Sudafrica si
è laureato goleador, segnando in quattro partite consecutive.
“Avevamo già fatto la storia, raggiungendo la nostra
prima semifinale, ora è incredibile”, dice parlando
della finalissima che domenica li vedrà contrapposti
all’Olanda. “Abbiamo un gruppo di giocatori che
meritano tutto. Abbiamo lavorato così duramente da quando
abbiamo vinto a Euro 2008. Vogliamo essere
campioni”.
“Milioni di spagnoli hanno inondato le strade di tutto il
paese per celebrare il trionfo contro la Germania. Siamo molto
orgogliosi di avere dei tifosi così, ora dobbiamo completare
il nostro sogno vincendo la finale”, conclude. Un sogno
che per David e per suo papà ancora più grande.
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