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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2010 alle ore 14:26.
Sempre difficile commentare la ‘finalina'. Perché interpretare i sentimenti di chi il sogno lo ha solo sfiorato è praticamente impossibile. Se vinci ti consoli o acuisci il rimpianto? E' davvero importante salire sul podio, o è solo roba da almanacchi polverosi? In questo caso, certo, per l'Uruguay sarebbe quanto meno stato un traguardo storico. Per la Germania invece, piazzarsi al terzo posto come quattro anni fa, ma con una squadra decisamente più bella e più brillante, non deve essere stato particolarmente eccitante.
Eppure la gara del Nelson Mandela Bay di Port Elizabeth è stata viva, avvincente e onorata fino alla fine. Un 3-2 legittimo e meritato quello dei tedeschi, ma sudato fino all'ultima palla, quella che Forlan e compagni hanno visto infrangersi sulla traversa, metafora di vita, sull'ultima punizione scoccata dal limite che li avrebbe portati ai tempi supplementari. Era stata la Germania, dopo una decina di minuti dal fischio d'inizio, ad aprire le danze colpendo un legno con un colpo di testa di Friedrich e salvando Muslera. Il portiere laziale, però, al 19' combina un primo guaio respingendo goffamente una gran botta di Schweinsteiger, e agevolando la conclusione di Mueller, rientrato dalla squalifica che lo ha costretto a saltare la semifinale. Con lui, ed è questo il vero grande rimpianto, la squadra di Loew gioca un altro calcio. Altri 10' e l'Uruguay si riporta in parità, sorprendendo i tedeschi in contropiede con Cavani che, ben servito da Suarez, infila Butt in uscita sul secondo palo.
Un gol che alimenta la carica agonostica della ‘celeste' che prima dell'intervallo spreca l'occasione di passare in vantaggio con l'ottimo ma sfortunato Suarez. E il trend non cambia neppure ad inizio ripresa, con la Germania messa all'angolo e il portiere Butt iperattivo per un doppio intervento su Cavani prima e su Suarez poi. Il gol infatti arriva, ed è un gol di pregevole fattura, un gran tiro al volo di Forlan, in acrobazia, su cross di Arevalo . Ma Jansen è pronto a riequilibrare immediatamente il match approfittando di un altro capitolo nero della serataccia di Muslera, in uscita maldestra su un cross di Boateng. Al 36' il gol del definitivo 3-2, sugli sviluppi di un corner con l'incornata vincente di Khedira. Il meno consolato di tutti è Klose. Costretto in panchina perché reduce dall'influenza, l'attaccante non può neanche giocarsi la chance di superare il record di Ronaldo (15 gol al Mondiale).