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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2010 alle ore 17:02.
La conferenza finale per Joseph Blatter serve a tirare le
somme di questa prima coppa del Mondo nel Continente nero.
“Devo fare un grande complimento al Sudafrica, alla sua
gente e al suo Governo che in particolare ci ha dato le garanzie
necessarie per organizzare al meglio questo evento”,
esordisce il presidente Fifa. “Ho detto all'inizio di
questa competizione che si trattava di una questione di fiducia. La
Fifa ha dato fiducia al Sudafrica, i sudafricani possono essere
fieri di quanto hanno realizzato. Voglio poi sottolineare le
osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica del
Sudafrica, Jacob Zuma, che ha affermato che questa Coppa del Mondo
ha portato alle persone un senso di unità e
orgoglio”.
Blatter analizza il Mondiale anche dal punto di vista tecnico.
“Come tifoso e spettatore, posso dire di aver visto alcune
buone partite e altre non così belle, ma sempre divertenti.
Dobbiamo ricordare che in termini di calcio, la perfezione non
esiste. Quello che abbiamo imparato da questa Coppa del Mondo
è che non ci sono più piccole squadre nazionali. Il
calcio si è sviluppato in tutto il mondo. È stato anche
bello vedere che tre delle squadre più giovani, Ghana,
Germania e Spagna, hanno fatto così bene. Questo vuol dire che
i nostri giovani giocatori stanno facendo
progressi”.
Il numero 1 della Fifa, sulla finale e sull'arbitro di
Olanda-Spagna, l’inglese Webb, ha detto: “Nel
complesso si è visto un miglioramento in termini di fair play
in questo torneo, ma la finale ha causato un calo di questo dato.
L'arbitro e i suoi assistenti hanno avuto un compito molto
difficile durante la partita e il direttore di gara non è
stato aiutato dai giocatori. Dico sempre che il calcio è una
scuola di vita, basata sulla disciplina e sul rispetto. Si impara a
vincere, che è facile, ma quando si perde non si deve perdere
la disciplina e il rispetto”.
Infine un messaggio speciale per Nelson Mandela.
“Questa Coppa del Mondo ha avuto un momento speciale,
legato con una storia di libertà e la storia di un uomo.
È un uomo che ha sofferto tanto, ma nonostante questo, dopo la
sua liberazione dal carcere, parlava di pace e comprensione. Ho
incontrato Mandela per la prima volta nel 1992 e aveva un sogno:
portare la Coppa del Mondo nel suo Paese. Il sogno si è
avverato nel maggio 2004, quando al Sudafrica è stato
assegnato il Mondiale 2010. Ha portato la Coppa del Mondo in
Sudafrica. Si è realizzato il suo sogno”.
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