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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2011 alle ore 08:12.

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Marcegaglia: noi in marcia solo per poter lavorare. La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia durante la marcia di protesta a Treviso prima dell'assemblea di Unindustria (Ansa)Marcegaglia: noi in marcia solo per poter lavorare. La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia durante la marcia di protesta a Treviso prima dell'assemblea di Unindustria (Ansa)

Non è una manifestazione «contro». È una marcia in cui «gli imprenditori dicono "noi camminiamo con le nostre gambe"». Quel «batterci fuori dalle fabbriche», di cui la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha parlato giovedì, all'assemblea annuale. «Non intendevo parlare di impegno politico, ma di un impegno civile. Da sempre non chiediamo niente di particolare, solo di poter lavorare senza intralci, per noi e per i nostri figli. Una grande forza come la nostra sa di essere vicino alle imprese e alla gente e di dover lavorare per il benessere e il futuro del Paese».
È a Treviso la presidente di Confindustria, per l'assemblea degli industriali della città, che hanno organizzato una marcia silenziosa. E accanto a lei, finiti i discorsi ufficiali, per le strade della città hanno sfilato il presidente degli industriali di Treviso, Alessandro Vardanega, quello di Confindustria Veneto, Andrea Tomat, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, le autorità locali.

Nessun impegno politico, quindi. Ma una Confindustria «autonoma e indipendente, che non ha paura degli attacchi giornalistici». E che vuole continuare a lavorare per il bene del Paese, incalzando la politica sulle riforme necessarie per crescere. Come ha fatto ieri, riprendendo i temi dell'assemblea. Serve una riforma fiscale, che riduca le tasse su imprese e lavoratori, accelerando i tavoli messi in piedi al ministero dell'Economia, per arrivare alla riforma fiscale prima della fine della legislatura.
Bisogna ridurre la spesa pubblica: «Se si vuole fare una manovra da 40 miliardi per arrivare al pareggio di bilancio entro il 2014, dobbiamo tornare a crescere, l'1% è troppo poco». E non si possono realizzare tagli lineari: «Bisogna scegliere. I confini dello Stato devono dimagrire, lasciando più spazio ai privati, alla società».

E poi vanno ridotti i costi della politica: «In un momento di sacrifici è inaccettabile che la politica non dia il buon esempio». Ma a maggioranza e opposizione la Marcegaglia chiede anche altro: «Essere seri, non conflittuali, di smettere di fare campagne elettorali non degne di questo Paese, di concentrarsi sui temi che interessano la gente, come la crescita e l'occupazione. Abbiamo tanti politici bravi, come Sacconi e il presidente della Regione, Zaia».
Occorre continuare sulla strada del dialogo con le banche: le future regole di Basilea 3 preoccupano gli imprenditori. «Così come è stata pensata può portare le banche a ridurre gli investimenti per le imprese. Tutti dobbiamo impegnarci, anche il Governo perché la crescita non venga ammazzata dalla riduzione del credito», ha detto la Marcegaglia. Certo, ha aggiunto, le banche vanno capite: «Ma non possono scaricare i loro problemi su di noi. Dobbiamo riprendere in mano il rapporto con gli istituti di credito e affrontare i problemi», come la possibilità prevista dal decreto sviluppo che le banche possano rivedere unilateralmente i tassi dei mutui per le imprese. La presidente di Confindustria ha anche sottolineato due aspetti su cui Treviso sta dando un esempio positivo: le quote rosa in associazione (il 30% degli eletti sarà donna), e l'impegno per la solidarietà, con appartamenti di Unindustria per i profughi libici.

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