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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2011 alle ore 21:51.
L'ultima modifica è del 13 giugno 2011 alle ore 17:15.
Ore 18,52. Cappellacci: Sardegna dice 2 volte no al nucleare
«Per la seconda volta nel giro di un mese il popolo sardo ha espresso la propria netta contrarietà al nucleare. E lo ha fatto con un pronunciamento che, a giudicare dai dati giunti finora, appare assolutamente rilevante». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ricordando che la consultazione nazionale segue di circa un mese il risultato del referendum consultivo sul nucleare che si è tenuto in Sardegna il 15 e 16 maggio.
Ore 18,50. Nucleare: sì al 94,56% (33.722 sezioni su 61.599)
Secondo i primi dati diffusi dal Viminale, sul terzo quesito referendario "Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio di energia elettrica nucleare" il fronte del "Sì" ha raggiunto il 94,56% contro il 5,44% del "No". I dati si riferiscono solo all'Italia per 33.722 sezioni su 61.599.
Ore 18,44. Marcegaglia: voto inequivocabile di cui tenere conto
L'esito dei referendum con l'abrogazione delle norme su liberalizzazione dei servizi idrici e sul nucleare è «inequivocabile: gli italiani hanno votato con una percentuale molto alta ed é un parere fondamentale di cui tenere conto». Così la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a poche ore dalla chiusura delle urne sui quattro referendum abrogativi.
Ore 18,41. Letta: è terzo tempo delle amministrative
Il referendum è stato «il terzo tempo delle amministrative». Una bellissima giornata» per il vicesegretario del Partito Democratico, Enrico Letta: «Se Berlusconi non avesse ancora capito - ha detto a margine di un convegno organizzato dall'Aspen a Milano - tra due settimane bisognerebbe fare un quarto tempo. Mi sembra sia chiarissimo quello che pensano gli italiani di lui e della sua permanenza a palazzo Chigi. Gli italiani - ha concluso Letta - hanno parlato in modo chiaro».
Ore 18,40. Alfano: ora da Governo scelte politiche e di programma
Ora il governo deve predisporre un «quadro preciso di scelte politiche e programmatiche». Lo dice Angelino Alfano, segretario nazionale del Pdl, commentando il voto referendario. Chiedere le dimissioni del Governo, come ha fatto Bersani, è «improprio», anche perché non si è trattato di un voto contro l'esecutivo, tanto che si sono espressi anche elettori del centrodestra. «Il governo - è la conclusione di Alfano - oggi ha due doveri: da un lato prendere atto del risultato dei referendum sui vari quesiti e dall'altro lato predisporre un quadro preciso di scelte politiche e programmatiche sui vari temi che più riguardano gli interessi dei cittadini e il futuro della società italiana».
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