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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2011 alle ore 08:11.

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La direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde (Epa)La direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde (Epa)

di Eliana Di Caro
JACKSON HOLE - Jean-Claude Trichet ha mandato un segnale chiaro ai Governi dell'Eurozona: se si vuole rilanciare una crescita di lungo periodo, bisogna attuare riforme strutturali che liberino il mercato del lavoro da regole opprimenti e agevolino soprattutto il settore dei servizi.
Il presidente della Bce ha scelto il meeting dei banchieri centrali di Jackson Hole, nel Wyoming, per ribadire le priorità per una ripresa sostenibile e bilanciata (astenendosi da cenni sulla politica monetaria). Lo ha fatto in un lungo discorso, apparso «accademico» alla stampa americana rispetto a quello dai toni forse più pragmatici del collega Ben Bernanke, ma comunque con espliciti richiami alle azioni da compiere.

Trichet ha per esempio sottolineato come «a livello dell'Unione europea ci sia consapevolezza della necessità e dell'entità di riforme strutturali, eppure la loro implementazione è lontana»: una sollecitazione ad agire, dopo aver citato gli obiettivi fissati dall'Agenda Ue per il 2020 sul fronte di occupazione, ricerca e sviluppo, energia e istruzione. Le strategie urgenti del cambiamento sono chiare, dalla «riqualificazione professionale alla flessibilità, dal miglioramento delle condizioni di lavoro agli incentivi per la creazione di nuovi posti», fino ovviamente all'innovazione.
Il capo della Bce ha poi chiamato in causa i rischi degli squilibri globali, il loro impatto sulla crescita. «Stabilire livelli di debito ragionevoli, ristrutturare e consolidare i bilanci di società, famiglie e Governi sono fattori chiavi per una costante crescita globale». Le tensioni sui mercati finanziari e gravi squilibri a livello mondiale «hanno creato un clima di forte incertezza» e «sfidato» in qualche modo la politica monetaria a fare qualcosa di più.

Nel rivendicare che la Bce «è stata tra le prime banche centrali a reagire alla crisi nell'agosto 2007 fornendo liquidità alle istituzioni in difficoltà», e nel sottolineare l'importanza di azioni coordinate a livello di banche centrali per rispondere all'emergenza, Trichet non ha mancato però di citare l'inflazione. E l'importanza del suo ancoraggio. «Un impegno alla stabilità dei prezzi fa calare i costi delle transazioni, protegge i risparmiatori e riduce l'incertezza».
L'uso di misure «non standard», ha aggiunto il presidente della Bce, «dipende da come funziona la trasmissione della politica monetaria e deve essere commisurato al livello di malfunzionamento o al tracollo dei mercati finanziari».

Subito prima di Trichet, anche il capo del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde aveva ammonito l'Europa. Ma lo ha fatto entrando nel vivo della crisi che il Vecchio Continente sta vivendo hic et nunc: «C'è bisogno di un'azione forte e decisa per rimuovere le incertezze sulle banche e sui debiti sovrani» ha detto con decisione. «Basta con messaggi confusi» l'Europa deve avere «una visione comune per il futuro, ripristinare la fiducia verso la sua economia e il suo sistema finanziario».

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