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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2011 alle ore 14:16.

Saggi etno-antropologici e reportage sul campo, pamphlet sdegnati e ricostruzioni complottistiche, appelli accorati alla realpolitik, fantapolitica formato romanzo e… persino fumetti. C'è soltanto da scegliere il genere: la bibliografia dell'11 settembre è vasta quanto il cratere di Ground Zero, riunisce grandi firme e topi di biblioteca, bestseller e operette di culto finite presto fuori catalogo.Chi, nell'arco di questi dieci anni, ha inteso approfondire il tema in libreria si sarà sicuramente trovato davanti al proverbiale imbarazzo della scelta. Provare per credere.
I pamphlet al vetriolo. Il primo titolo a tema che vi verrà in mente è quello di un libro che, all'indomani dell'uscita, fu al centro di polemiche che sembravano destinate a non spegnersi più. Il nome dell'autrice d'altra parte era ingombrante: la giornalista Oriana Fallaci che, dopo dieci anni, prendeva spunto dalla tragedia per rompere il silenzio ed esprimere le sue idee sull'Islam, sul rapporto tra Europa e America e tra Occidente e Oriente. Titolo eloquente: «La rabbia e l'orgoglio» (Rizzoli, 2001). Primo capitolo di una trilogia applaudita dalla platea neo-con e osteggiata con forza da sinistra. Agli antipodi c'è «11 settembre. Le ragioni di chi?» (Tropea, 2001) dell'insigne linguista e arcinoto intellettuale radical chic Noam Chomsky. L'assunto in sintesi: l'unica potenza internazionale che ha avuto tutto da guadagnare dall'attentato sono gli Usa. Polemico (da sinistra) Giulietto Chiesa che, ne «La guerra infinita» (Feltrinelli, 2003), si sofferma sull'analisi di quello che giudica l'epilogo di una globalizzazione iniziata e diffusa dagli Stati Uniti. Su questa stessa scia si muove anche il francese Eric Laurent che, ne «La verità nascosta sull'11 settembre» (Baldini & Castoldi Dalai, 2005), ripercorre i momenti dell'attacco alle Twin Towers indagando le ragioni che portarono alla tragedia attraverso un labirinto di verità celate e menzogne mai scoperte.
Le ricostruzioni giornalistiche. Tesi meno avventurose e attenzione per l'arte dell'inchiesta tradizionalmente intesa nell'opera dei giornalisti che si sono cimentati con il tema. Jim Dwyer e Flynn Kevin, per esempio, si sono prodotti in «102 minuti» (Piemme, 2005), una raccolta delle storie di chi, rimasto intrappolato nelle Twin Towers, ha lottato per sopravvivere negli attimi dopo l'attentato. Il loro racconto è l'eco delle voci dall'interno dell'inferno. Gianni Riotta, all'epoca dei fatti giornalista del «Corriere della Sera», si cimentò invece con «N.Y. undici settembre: diario di una guerra» (Einaudi, 2011), racconto a tratti autobiografico dei momenti a cavallo del crollo delle due torri. Un libro che riunisce descrizioni di personaggi e avvenimenti accaduti in quei tragici giorni. Jean Pierre Husson e Andrea Nativi a quattro mani si sono soffermati su temi quali «La fabbrica del terrore: l'11 settembre, Bin Laden, la guerra» (Olimpia, 2001): non mancano curiosi confronti tra il carisma dell'ormai ex sceicco del terrore e quello dei vari Lenin e Che Guevara.
I romanzi. Se preferite la narrativa, i nomi da tirare in ballo sono di primissimo piano. Uno: Don De Lillo. Il suo mastodontico capolavoro «Underworld», datato 1997, ripercorre la storia recente d'America attraverso i «passaggi di proprietà» di una palla da baseball d'epoca. Per gli appassionati è un'opera profetica che rappresenta l'apice della letteratura postmoderna. Un capitolo molto denso è dedicato agli anni (Settanta) della costruzione delle Torri Gemelle, sul cui sfondo si staglia una metropoli abitata da un'umanità irrimediabilmente in decadenza che tutti i giorni fa i conti con la propria natura effimera. L'Einaudi, nell'ultima ristampa in economica, non deve averci pensato su due volte: le Torri Gemelle che furono fanno bella mostra di sé in copertina. Ian McEwan, altro pezzo da Novanta, in «Sabato» (Einaudi, 2005) narra il giorno di riposo di un neurochirurgo londinese, mentre la città è invasa da cortei pacifisti contro l'incombente guerra in Iraq e il mondo scosso da un invincibile senso d'angoscia. Della serie: un romanzo può arrivare dove cento saggi non riescono.
11/9 nei comics. Anche i fumetti sono stati «colpiti» da Al Qaeda. Se per esempio riuscite a trovare in libreria il volume «Spiderman. Le storie più belle 1962-2002» (Einaudi, 2002), scoprirete che in chiusura c'è il celebre tributo dei supereroi Marvel ai martiri di Ground Zero. Non solo l'Uomo Ragno si dispera mentre Thor e Capitan America prestano il loro contributo al corpo dei vigili del fuoco, ma cattivissimi del calibro di Octopus, Dottor Destino e Magneto… scoppiano in lacrime! Ma come? Da almeno quarant'anni ne combinano di tutti i colori per distruggere il mondo e adesso si scoprono politically correct? Molti fan non apprezzeranno. Sempre nel territorio dei comics, c'è poi «L'ombra delle Torri» (Einaudi, 2004) in cui il grande Art Spiegelman, già Premio Pulitzer, racconta l'orrore vissuto in prima persona. Sincero ma in ogni caso lontano dalla grandezza di «Maus».
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