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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2011 alle ore 16:12.
L'ultima modifica è del 07 novembre 2011 alle ore 12:40.
Ore 17,20. Maran (Pd): annunci e smentite di dimissioni: è aggiottaggio
«Mi domando se quanto è successo oggi, con i messaggi di Bechis e Ferrara su Twitter e sull'edizione on line del Foglio sulle imminenti dimissioni di Berlusconi e il successivo vertice di Arcore dello stesso con figli e Confalonieri non dia gli strumenti alle autorità competenti di intervenire». È quanto afferma in una nota Alessandro Maran, vicepresidente dei deputati del Pd. «Le notizie diffuse dai giornalisti "amicI" del premier, così come la successiva smentita via Facebook dopo il summit di famiglia e/o azienda - dice Malan - hanno infatti provocato ripercussioni sulla Borsa. Ricordando l'articolo 501 del Codice penale mi chiedo chiedo se oggi non si siano consumati quel complesso di atti illeciti, aventi lo scopo di variare artificiosamente il valore di azioni di borsa o di merci per trarne un utile proprio».
Ore 17,18. D'Alema: la difesa del potere è incompatibile
«Finora è prevalsa una linea di sfida arrogante al buon senso», ha detto Massimo D'Alema (Pd), presidente del Copasir sulla decisione del premier Silvio Berlusconi di non dimettersi dalla Presidenza del Consiglio nonostante lo sfaldarsi della maggioranza parlamentare. D'Alema, che ha definito Berlusconi un «uomo imprevedibile» a proposito delle sue possibili mosse future, ha sostenuto che «è evidente che non goda della credibilità necessaria dentro e fuori l'Italia, nè del consenso, neppure del Parlamento». Ecco perchè allora la scelta di non fare un "passo indietro" viene giudicata dall'ex ministro degli Esteri, a margine della seconda conferenza di dialogo bilaterale Italia-India all'Ispi, come un «intestardirsi nella difesa del potere che è incompatibile con gli interessi del Paese».
Ore 17,09. Lorenzin (Pdl): chi vota contro apre a un governo Pd-Idv
«Dalle dichiarazioni delle ultime ore degli esponenti del Terzo polo mi sembra di capire che non siano disponibili a un governo politico di matrice di centrodestra, neanche con un premier diverso da Berlusconi, quanto piuttosto a proporre un governo con un presidente tecnico con un tutti dentro». Così Beatrice Lorenzin, deputata del Pdl. «Mi chiedo quindi come gli amici che continuano a invocare un allargamento della maggioranza all'Udc - prosegue - possano interpretare questa linea che palesemente proviene dal Terzo polo e dall'Udc. Di fatto una loro possibile astensione o voto contrario non darebbe vita ad un governo allargamento all'Udc, quanto piuttosto a un governo tecnico con il Pd e l'Idv, oppure a quelle elezioni immediate che essi stessi definiscono perniciose per la tenuta economica».
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