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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2012 alle ore 08:07.

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Domenico Pozzovivo (LaPresse)Domenico Pozzovivo (LaPresse)

Eccolo qua, Domenico Pozzovivo da Policoro, la pulce lucana nell'arrivo più meridionale del Giro. E la pulce, quando la strada s'impenna, a 5 chilometri da lago Laceno, diventa gigante lasciando tutti alle spalle. È la sua prima vittoria di tappa in un traguardo piazzato nel cuore dell'Alta Irpinia, al confine tra Campania e Basilicata, vicino alla sua gente, venuta a fare il tifo per lui con i genitori e gli amici.

Una vittoria meritata, quella della pulce lucana, anche se i big si guardano bene dal dar battaglia. Il Giro è lungo, il caldo picchia, bisogna rifiatare: dicono un po' neghittosi gli uomini di classifica. E così ci guastiamo la vittoria di questo piccolo uomo (53 kg per 1,65 cm) che sembra strappato da un vecchio album di fotografie del Giro: il faccino timido col bacio della miss stampato sulla guancia, l'occhio lucido e una innocenza d'altri tempi.

«Si è avverato un sogno. O la va o la spacca, mi sono detto. Sentivo che era il mio giorno e lo è stato...Ringrazio tutti i miei concittadini che sono venuti qui e il mio Fan Club di Sant'Antonio Abate...». Ci manca solo la dedica al santo patrono, e "ciao mamma sono arrivato uno..", che il quadretto è completo.

Ma non fraintendete: laureato in economia aziendale, il ragazzo è sveglio. E lo dimostra quando prende il largo, sull'ultima salita di Colle Molella. Domenico dà gas, ma senza esagerare. Conserva un po' di benzina per l'ultimo tratto di falsopiano mentre dietro esce dal gruppo il basco Intxausti. «Quei cinque chilometri finali non finivano mai, racconta Pozzovivo - ma sapevo che dal cielo qualcuno mi aiutava...».

Applausi per Pozzovivo, dunque. Così come, a Rocca di Cambio, avevamo applaudito Paolo Tiralongo, il corridore del'Astana che nel finale è riuscito addirittura a battere e Michele Scarponi, uno dei grandi favoriti.

Siciliano di nascita e gregario di professione, Tiralongo è passato alle cronache nel Giro 2011 per aver vinto a Macugnaga su licenza del suo capitano Alberto Contador. Ora, pur lavorando per Kreuziger, il buon Tiralongo ha vinto in piena autonomia godendo di questa nuova libera uscita.

È un Giro così, senza grandi acuti, che manda avanti i comprimari in attesa delle grandi montagne dell'ultima settimana. Lo conferma anche la continua girandola di maglie rosa che vengono dai Paesi più improbabili. L'attuale leader, il canadese Ryder Hesjed , in questa ultima tappa se l'è vista brutta dopo aver forato. Alla fine è riuscito a rientrare. Ma anche lui, con tutto il rispetto, è un "abusivo" lasciato al comando per comodità di tutti.

E ora la nona tappa: da San Giorgio del Sannio si va a Frosinone. Una tappa di trasferimento, di 166km, dove i velocisti potranno di nuovo esibirsi al meglio. Diciamo i velocisti ma pensiamo a Mark Cavendish, che sta già puntando al tris. Il campione del mondo, finora senza rivali, si riposa in salita per maramaldeggiare allo sprint. Bravissimo, nulla da dire, ma la concorrenza lascia molto a desiderare.

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