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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2012 alle ore 20:26.

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È danese il re dell'Appennino che unisce la Toscana alla Liguria, fino a scendere in picchiata sul mare di Sestri Levante, in una giornata che offre una suggestiva miscela di colori. Lars Bak recita il ruolo che più gli è congeniale, quello di finisseur, perchè scatta a poco più di un km e mezzo dal traguardo e nessuno riesce a stargli dietro. Una fuga per la vittoria irresistibile, quella del danese della Lotto, che arriva e festeggia una vittoria che già nei giorni scorsi aveva cercato con una certa insistenza
(soprattutto dalle sue parti), senza però trovarla. E, siccome il tempo stringe, i tapponi di alta montagna si avvicinano, sarebbe diventato sempre più complicato trovare spazi, energie, opportunità.

La 12/a tappa, che ha portato la carovana del 95/o Giro ciclistico d'Italia da Seravezza, a un tiro di schioppo da Forte dei Marmi, a Sestri Levante, in Liguria, aveva un solo favorito alla vigilia: il palermitano nato a Torino, Giovanni Visconti. Tutti indicavano lui come possibile vincitore. Il campione italiano in carica non avrebbe dovuto avere rivali, o quasi, in
una tappa molto nervosa, per non dire isterica, ma sicuramente molto adatta alle sue caratteristiche di corridore combattivo sui saliscendi.

La fuga di nove corridori, dopo circa 50 km di corsa, però, rompe ogni schema: Ivan Santaromita (Bmc), Lars Bak (Lotto), Amets Txurruka (Euskaltel-Euskadi), Michal Golas (Omega), Sandy Casar (Fdj), Andrey Amador (Movistar), Jan Bakelants (Radioshak), Jackson Rodriguez (Androni) e Martijn Keizer (Vacansoleil) volano e accumulano secondi di vantaggio sul resto del plotone. La svolta ai -70 km, allorchè i fuggitivi portano il distacco a oltre 3', poi a 4'10« e, sotto il cartello dei 40 km, passano addirittura con quasi 7' di vantaggio sui rivali.

Casar e Santaromita, il cui ritardo in classifica generale da Joaquin Rodriguez supera di poco i 4', capiscono di poter ambire anche alla maglia rosa e ci danno sotto, pedalando con rabbia ed esaltazione, cercando di trascinare i compagni di fuga. Alle loro spalle, a turno, si muovono le squadre, tra le quali si vede anche la Liquigas di Ivan Basso. La fuga comincia a preoccupare.

Nel finale Tiralongo dell'Astana, già vincitore di una tappa in questo Giro (a Roicca di Cambio, in Abruzzo), cerca l'allungo e lo trova, trascinandosi dietro Cunego. I due vanno molto forte ai 10 km dal traguardo, ma verranno ripresi. I fuggitivi, da nove sono diventati sette, e si danno battaglia, fino a poco meno di 2 km dalla fine, quando Bak mette tutti d'accordo e parte a testa bassa, facendo il vuoto alle proprie spalle.

Casar e Santaromita guadagnano posizioni in classifica (il francese adesso è terzo), ma nessuno dei due riuscirà a indossare la maglia rosa, che resta invece allo spagnolo Rodiguez; Purito dovrà difenderla nella tappa di dopodomani, con arrivo a Cervinia, vale a dire nel giorno in cui Basso da tempo sostiene che comincerà il vero Giro d'Italia, quello in
cui si potrà tracciare un solco fra chi vuole vincere davvero a Milano e chi, invece, dovrà accontentarsi di limitare i danni. Per molti, tuttavia, sarà stato importante arrivarci, nel capoluogo meneghino. Quell'impresa avrebbe già il sapore di un successo.

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