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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2012 alle ore 20:27.

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Da dove cominciamo? Ovvio, dalla grande impresa. Quella di Francesco Rabottini, vincitore sul traguardo di Pian dei Resinelli, dopo una fuga di 151 chilometri in cui si è lasciato alle spalle anche 4 gran premi della montagna e lo scetticismo di tutti che, come sapete, è l'avversario più difficile da battere.

Non è facile.Soprattutto in una giornata di freddo pioggia e con la strada viscida come una saponetta. Rabottini, a 18 chilometri dal traguardo, nella discesa di Culmine San Pietro, va anche a sbattere la schiena contro il marciapiede. Ma neppure questo incidente lo frena. Ammaccato qua e là, riprende a pedalare con l a stessa tenacia di prima.

"Vai Rambo che hai ancora un bel vantaggio" gli grida nelle orecchie dall'ammiraglia il suo direttore sportivo Luca Scinto, un pazzo scatenato che lo ha sostenuto minuto per minuto durante tutta la fuga..

Una fuga che sta andando a carte quarantotto per l'exploit di Joaquin Rodriguez, di nuovo maglia rosa, che nell'ultimo chilometro parte a razzo lasciando indietro il gruppo dei migliori. Un affondo micidiale, quello dello spagnolo, che gli permette di fare il vuoto e riprendere prima il suo compagno, Alberto Losada, e poi lo stesso Rabottini che se lo vede piombare alle spalle quando, ormai, il suo sogno è a portata di mano..

E qui accade una specie di miracolo. Un miracolo un po' pilotato, ma sempre un miracolo, che rende ancora più apprezzabile, quasi da libro Cuore, il finale della corsa..

Dopo un attimo di sorpresa, il nostro Rambo si rimette sulla scia di Rodriguez ormai involato verso il traguardo. Ma Rabottini dopo 150 chilometri di fuga non ci sta e lo risupera di nuovo. E' un testa a testa tra i due, con ben poche speranze per il Rambo de "noiantri". E invece accade il miracolo. Purito Rodriguez, forse intenerito dalla caparbietà di Rabottini, rallenta quel tanto che basta per farlo vincere.

Una scelta saggia. Allo spagnolo la maglia rosa. All'italiano la vittoria di tappa. Un "beau geste" che può essere inteso come un favore da restituire più avanti, che però nulla toglie all'impresa di Rabottini. Certo, se al posto di Rodriguez ci fosse stato Eddy Merckx, non saremmo qui a raccontare il cosiddetto "lato umano" del ciclismo. Ma evidentemente lo spagnolo è di un'altra pasta rispetto al "Cannibale". Ma di una pasta consistente,perché altrimenti, dopo aver perso la maglia a Cervinia, non sarebbe di nuovo qui, al comando della classifica, con 30 secondi su Hesjedal e un minuto e venti su Ivan basso, terzo nella generale e ancora fresco nel finale.

"a Cervinia avevo sbagliato tutto", ammette Rodriguez. "Avevo sbagliato nell'ultima salita. Questa volta è successo il contrario. Mi sono quasi sorpreso per come stavo bene. E così ho tentato l'allungo dopo aver visto quello di Scarponi. Non ho vinto la tappa, ma sono contentissimo della maglia rosa".

Finalmente. Finalmente una na cronaca degna di essere raccontata dopo due settimane di logorante tran tran. Quello che possiamo dire, in proiezione, è che Rodriguez non può più essere considerato un supplente che indossa la maglia rosa in attesa del vero titolare di cattedra. Lo spagnolo ha dei numeri, e anche una certa esperienza. Bisogna poi vedere quanta benzina conservi, però non è da sottovalutare. Per il resto, la classifica è ancora tutta da scrivere. "Io resto molto fiducioso" dice Ivan Basso dopo l'arrivo. Sembra molto fresco, ottimista, il leader della Liquigas. Ha faticato nell'ultima discesa, ma poi ha recuperato senza affanni. Con quello sproposito di salite che ci saranno nei prossimi giorni, resta il faro della corsa, anche se la sua squadra ha speso parecchio.

Gli altri big, Kreuziger e Scarponi, sono dietro a pochi secondi da Ivan Basso. Dopo Cervinia, Kreuziger sembra in ripresa. E anche l'Astana, la sia squadra, si è ricompattata. Questa volta Tiralongo è rientrato nei ranghi non lasciando più il suo capitano il balia degli eventi.

Infine, la Lampre di Scarponi. In questa tappa Damiano Cunego si è dato un gran daffare. Ad un certo punto, andato in fuga con un altro gruppettino dopo Valcava, si è trovato perfino in maglia rosa costringendo il gruppo a uscire dal suo letargo. Alla fine il Piccolo Principe è stato ripreso. Personalmente ha ottenuto quasi nulla, però ha costretto gli avversari di Scarponi agli straordinari. E alla fine si sentirà. Lunedì il Giro riposa. E saluta uno dei suo big che ha fatto le valigie: Frank Schleck. Senza il fratello gemello, sentiva la malinconia.

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