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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2013 alle ore 13:20.

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Non possiamo più permetterci un costo dell'energia elettrica superiore mediamente del 30% rispetto ai nostri concorrenti europei. È un fronte su cui siamo fortemente impegnati. Sul fronte del gas siamo riusciti ad allineare il prezzo ai livelli medi dell' eurozona e a riequilibrare le componenti parafiscali. interventi che valgono grosso modo 1,7 mld €. Se resi strutturali rappresenterebbero un importante recupero di competitività per le nostre imprese.
I risultati delle nostre imprese sui mercati esteri hanno sorretto l'intera economia nazionale. Ma non basta! Abbiamo ampi spazi di miglioramento e di acquisizione di nuovi mercati.
Occorre estendere la base delle imprese manifatturiere esportatrici stabili, con una particolare attenzione alle PMI, rafforzando l'attività dell'ICE in stretto rapporto con le necessità del sistema produttivo.
Confindustria ha indicato chiaramente la strada. Le misure contenute nel nostro Progetto daranno frutti solidi, stabili nel tempo, solo se saranno sostenute da un Paese moderno, che funziona.
In questa fase di crisi della politica e conseguente debolezza delle istituzioni si sono sprecati gli esercizi di riorganizzazione dello Stato e della Pubblica Amministrazione. Tutti hanno una loro ricetta ma non esistono soluzioni a scatola chiusa.
Guardiamo cosa accade in Europa, dove convivono filosofie organizzative e modelli diversi : l'abbondanza statale francese, la scarna razionalità inglese o l'articolazione solida del federalismo tedesco. Una cosa appare chiara: il livello di efficienza è sempre più elevato di quello italiano, prova del fatto che l'unica scelta da non fare è il non scegliere.
Quello che è accaduto in Italia con la revisione del Titolo V della Costituzione : un ibrido inefficiente, un sistema irrazionale, in cui l'intrecciarsi dei diversi livelli decisionali duplica o triplica le responsabilità su una stessa materia. Questo genera costi impropri e inefficienza.
Ciò è incomprensibile, ma lo è soprattutto il labirinto di carta che sta a monte e a valle di un investimento imprenditoriale. Qui la differenza tra l'Italia e il resto del mondo è abissale.
Purtroppo la nostra legislazione e le pratiche delle nostre amministrazioni non sono fatte per agevolare la vita di chi investe.
Pensate solo al tema ambientale, materia curata a livello nazionale, regionale e locale e a tutte le distorsioni che conosciamo bene perché subite e pagate da noi imprenditori.
Nessun serio progetto di semplificazione e di riorganizzazione della Pubblica Amministrazione sarà efficace se non si avvia, da subito, la riforma del Titolo V.
Evitiamo il pendolarismo tutto italiano : un giorno tutti federalisti, il giorno dopo tutti centralisti.

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