Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2013 alle ore 13:20.

My24

Ad un fisco tanto complesso da risultare iniquo, si somma la situazione del credito che rende quasi impossibile, non gli investimenti, ma l'ordinaria gestione delle imprese e ne mette in pericolo la sopravvivenza.
E' di primaria importanza l'immissione di liquidità nel sistema.
Lo stock dei prestiti erogati alle imprese è calato di 50 miliardi negli ultimi diciotto mesi. Un taglio senza precedenti nel dopoguerra.
Quasi un terzo delle imprese ha liquidità insufficiente rispetto alle esigenze operative.
Dobbiamo contrastare la terza ondata di credit crunch. Per questo guardiamo con interesse e attesa alle misure annunciate dalla BCE per sbloccare il mercato del credito.
A livello nazionale è però necessario potenziare gli strumenti esistenti e lavorare con le banche a un nuovo accordo sul credito per sostenere le imprese in questa delicata fase congiunturale, ponendo le basi per lo sviluppo futuro.
Il sistema nazionale delle garanzie può giocare un ruolo determinante. Va ulteriormente potenziato il ruolo del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, uno strumento essenziale per sostenere l'accesso al credito.
Bisognerà puntare con vigore allo sviluppo di canali alternativi al credito bancario e al rafforzamento patrimoniale interrotto dalla crisi.
Questo richiederà il rilancio del mercato dei capitali e la piena consapevolezza delle imprese, che nel cammino verso la ripresa non potranno prescindere dal rafforzamento della propria struttura patrimoniale.
Presidente, una necessità impellente che deve essere risolta con un atto che ha un grande valore giuridico e morale. Da mesi stiamo segnalando con insistenza le conseguenze perverse della riforma di alcune parti della legge fallimentare. Partendo da un presupposto, sicuramente corretto, sono state riviste lo scorso anno le regole del concordato preventivo per sostenere le aziende con prospettive di rilancio.
Questa possibilità, in brevissimo tempo, è stata interpretata nel peggiore dei modi: una via per scaricare i debiti sulla catena produttiva e continuare, indisturbati, l'attività. Questo comportamento immorale sta provocando crisi aziendali a catena, generando un effetto esattamente opposto a quanto desiderava il legislatore. Le cattive abitudini hanno purtroppo velocità di diffusione eccezionale.
Bisogna intervenire subito, prima che quest'onda si trasformi in un disastro irreparabile per l'economia. Utilizzate lo strumento legislativo che ritenete più adeguato, ma fate presto. Prima dell'economia, lo impone l'etica.
Se osservassimo in modo astratto i costi della giustizia italiana, questa dovrebbe funzionare bene almeno come nella media europea. Non è così, e da anni la questione arroventa più che altro dibattiti e talk show.

Shopping24

Dai nostri archivi