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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2013 alle ore 13:20.

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È anche grazie a loro se l'Italia è un player nell'innovazione globale.
La nostra capacità in termini di cambiamento rapido sul prodotto e sul processo è grande.
Il nostro paese rafforza la sua capacità competitiva nel made in Italy e difende ottime capacità nell'alimentare, nella meccanica, nei beni strumentali, nella chimica, nel medicale, nell'aerospazio. E' altrettanto vero che però perde posizioni in alcuni settori di frontiera.
Stiamo cambiando, silenziosamente. Con una convinzione diffusa: dobbiamo diventare più grandi, più efficienti, più capitalizzati, più competenti.
Vengo ora a una questione che non viene mai inserita, a torto, tra le moderne politiche per l'industria, ma che noi riteniamo debba esserlo a pieno titolo.
Il capitale di conoscenza accumulato in Italia attraverso l'istruzione è sensibilmente inferiore a quello dei nostri concorrenti europei, degli Stati Uniti e di molti paesi emergenti.
Dobbiamo migliorare il nostro sistema educativo e aumentare l'offerta di tecnici diplomati e laureati, in materie scientifiche in primo luogo.
Se guardiamo ai nostri territori rileviamo evidenti corrispondenze tra attrazione degli investimenti, presenza di multinazionali estere e la qualità delle persone.
Purtroppo in Italia convivono punte ed eccellenze con standard medi troppo bassi.
Il conto della cattiva istruzione non lo pagano i cattivi docenti, ma i nostri giovani. L'egualitarismo di facciata, il dibattito manicheo e il sistematico pregiudizio nell'ignorare la domanda di competenze del sistema produttivo sono ormai anacronismo puro.
Noi per primi dobbiamo contribuire a cambiare questi atteggiamenti con una visione e un progetto non rituali sulla scuola e sull'educazione, all'altezza dei tempi e di un mondo che diventa più grande, mobile e veloce.
Fare della cultura un fattore competitivo che genera occupazione e reddito è una sfida perfetta per il Paese della bellezza, del gusto e dell'arte.
L'aumento della produttività richiede un progetto paese per l'innovazione e la ricerca nei prodotti, nei servizi, nelle organizzazioni, con un massiccio ricorso all'ICT, con attenzione ai temi della sostenibilità ambientale, della cultura e del nostro territorio con una politica vera del turismo in Italia.
Signor Presidente, abbiamo una grande occasione: EXPO 2015 è una irripetibile opportunità per dimostrare l'unità di intenti del sistema Paese e realizzare la vetrina delle nostre eccellenze, farci invidiare dal mondo le nostre produzioni, capacità e qualità.
C'è una parte del Paese in cui lo sforzo per la crescita, lo sviluppo e l'occupazione assume le caratteristiche di una vera e propria sfida per la sopravvivenza.

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