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Per le grandi opere attese di vent'anni

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2010 alle ore 15:46.

Il primo progetto dettagliato, completo di un piano di project financing, fu presentato da Assindustria Bologna nel giugno del 1995. Allora gli enti locali si stracciarono le vesti e dissero «non se ne parla nemmeno». Poi di fronte all'evidenza di una mobilità cittadina sempre più vicina al collasso qualcosa è cambiato e oggi la stessa opera, o un progetto molto simile, è salita al primo posto tra le priorità da realizzare.

Sono passati quindici anni e l'opera resta solo un progetto. Questa parabola fatta di miopia, di conflitti, di campanilismi e di mancato gioco di squadra fotografa bene i problemi che Bologna vive sul fronte delle nuove infrastrutture. Non si progetta, se si progetta non si fa, se si fa i tempi diventano lunghissimi, mentre la competitività richiede scelte e realizzazioni tempestive.

«Siamo in un pauroso ritardo – afferma Luigi Amedeo Melegari, presidente di AnceBologna, il collegio dei costruttori –. È mancata concretezza e oggi chiediamo di passare ai fatti su un importante pacchetto di infrastrutture, all'interno di un disegno organico per il futuro di Bologna».

L'opera proposta nel 1995 da Assindustria è il Passante a nord di Bologna, indispensabile per portare lontano dalla città il traffico autostradale, nel raccordo tra A1 e A14, che si incunea all'interno della tangenziale, vicino al centro storico.

Bocciata la prima idea, la Provincia ha poi messo a punto un nuovo progetto e Autostrade per l'Italia si è detta disponibile a realizzare il Passante, ma, ovviamente, vuole essere certa di venire scelta per fare i lavori, per gestire e incassare i pedaggi. A questo scopo serve il via libera Ue. La relativa pratica giace da oltre un anno a Bruxelles. La risposta potrebbe arrivare tra pochi giorni, il 5 luglio, in occasione dell'assemblea di AnceBologna alla presenza del ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli.

Sarà, probabilmente, un sì condizionato alla messa a punto di un ulteriore progetto su un diverso tracciato. Se tutto andrà bene, il Passante a nord potrebbe diventare una realtà nel 2015, dopo vent'anni. Non è un caso isolato.

Analoga e ancor più paradossale è la storia del metrò di Bologna. Se ne iniziò a parlare in modo concreto nel 1999 come esigenza inderogabile di fronte al traffico cittadino bloccato dal carosello delle auto e da interminabili code di vecchi autobus rumorosi e inquinanti. La giunta di centrodestra, con sindaco Giorgio Guazzaloca, mise a punto un progetto e riuscì a trovare i finanziamenti. A quel punto, però prevalsero vecchie logiche di schieramento e la Regione, di diverso colore politico, fece ricorso per bloccare i fondi. Ebbe successo, facendo però un clamoroso autogol, perché nel frattempo la giunta era cambiata e i soldi furono sfilati al nuovo sindaco di centrosinistra, Sergio Cofferati.

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Da allora è iniziata un'affannosa corsa contro il tempo per rifare tutto. Secondo l'ultima versione del progetto il metrò di Bologna, denominato metrotramvia, avrebbe un costo di circa 700 milioni. Il Cipe ha approvato e finanziato il primo tratto (Fiera/Stazione Fs) e c'è un impegno dello Stato per contribuire al secondo tratto (Stazione Fs/Ospedale Maggiore). Per parte sua il Comune di Bologna, tra primo (108) e secondo tratto (89), dovrebbe contribuire con circa 200 milioni di euro. Risorse difficili da rendere disponibili in questo momento di tagli agli enti locali. In ogni caso, se tutto andrà bene, la linea 1 della metrotramvia di Bologna sarà in funzione sull'intero tratto non prima del 2019. Vent'anni.

«Sul metrò non c'è più nulla da decidere – commenta Simonetta Saliera, attuale vicepresidente della Regione Emilia Romagna e assessore al Traffico nella giunta Delbono –. Si deve dar seguito a tutti quegli atti che permettano di mantenere i fondi e procedere poi all'affidamento dei lavori».

Tempi più brevi potrebbero aversi per opere di minore rilievo, come il Civis (inaugurazione prevista a fine 2012), per il quale i lavori sono in corso (ma si tratta di un filobus che comunque deve divincolarsi nel traffico cittadino), oppure il People Moover, un trenino sopraelevato a guida automatica che dovrebbe collegare la stazione ferroviaria all'aeroporto. In quest'ultimo caso è in corso la Conferenza dei servizi per l'approvazione del progetto definitivo e Via. L'inizio dei lavori è previsto entro dicembre e l'inaugurazione nel 2013, a condizione che non vi siano ritardi nel completamento della stazione sotterranea dell'Alta velocità dove sarebbe un capolinea. Sul People Mover, intanto, ci sono polemiche, perché le eventuali perdite derivanti dalla gestione, secondo l'attuale progetto, potrebbero ricadere sul bilancio comunale.

Su tutto poi grava una grande incognita, perché Bologna, dopo lo scandalo del "Cinzia-gate", che ha travolto il sindaco di centrosinistra, Flavio Delbono, è finita sotto la guida del commissario governativo, Anna Maria Cancellieri. Tra non molto ci saranno nuove elezioni, con l'avvento di una nuova giunta che potrebbe non condividere scelte e progetti ereditati dal passato.

All'orizzonte c'è anche la nuova stazione Fs di superficie, con un costo di 340 milioni e progetto di massima dell'architetto giapponese Arata Isozaki. Se ne parlava già ai tempi del sindaco Vitali nel 1995. Se tutto andrà bene, l'inaugurazione è prevista nel 2015. Vent'anni.

PASSANTE A NORD - 1,5 miliardi Indispensabile per portare lontano dalla città il traffico autostradale, nel raccordo tra A1 e A14, l'opera, proposta nel 1995 da Assindustria, è in attesa del via libera Ue per la progettazione definitiva. Se tutto andrà bene, il Passante a nord potrebbe diventare una realtà nel 2015, dopo vent'anni. Il costo complessivo è previsto in 1,5 miliardi di euro
METROTRAMVIA - 700 milioni Se ne iniziò a parlare nel '99 come esigenza inderogabile. Da allora è iniziata un'affannosa corsa contro il tempo. Secondo l'ultima versione del progetto, denominato metrotramvia, avrebbe un costo di 700 milioni. Il Cipe ha approvato e finanziato il primo tratto (Fiera/Stazione Fs) e c'è un impegno dello Stato per contribuire al secondo tratto (Stazione Fs/Ospedale Maggiore). Esercizio previsto nel 2019