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«Per le piastrelle il futuro è bioedilizio»

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2010 alle ore 15:44.

Piastrelle che producono energia, oppure che catturano gli inquinanti o trattengono e rilasciano calore, per ottimizzare la temperatura interna degli edifici. Nuove funzioni e nuovi usi per la ceramica insieme a soluzioni per migliorare l'efficienza energetica e abbattere l'impatto ambientale delle imprese del settore. Sono questi gli ambiti in cui a Bologna opera il Centro ceramico, punto di ricerca di fama internazionale sui materiali per l'edilizia.
«Da 34 anni - spiega il direttore Giorgio Timellini - lavoriamo per rendere il settore ceramico più competitivo, con un'attività di ricerca molto orientata all'applicazione industriale. Il tutto in perfetta autonomia, visto che dalla ricerca, dall'attività di laboratorio e dalla didattica traiamo il 90% delle risorse per il sostentamento».

Professore, perché il Centro ceramico ha sede proprio a Bologna?
È stata la prima università italiana ad avere una cattedra in Scienza e tecnologia dei materiali ceramici. A metà degli anni 70, con il distretto delle piastrelle tra Modena e Reggio Emilia in piena espansione, le emissioni gassose inquinanti in quel territorio crebbero ben oltre gli standard. La Regione decise di monitorare la situazione e trovare soluzioni per abbattere l'inquinamento. Ed è così che siamo nati.

Da allora come avete supportato l'industria ceramica italiana?
Abbiamo contribuito affinché ottenesse una maggiore efficienza energetica e risultati importanti sotto il profilo ambientale. Oggi il distretto emiliano delle piastrelle è all'avanguardia in Europa per numero di aziende certificate Emas ed Ecolabel. Abbiamo inoltre contribuito a definire, su scala internazionale, la standardizzazione normativa della piastrella e quindi a determinare quali caratteristiche e specifiche tecniche debba avere.

Sul fronte della ricerca quali sono stati i principali traguardi?
Negli anni 90, con l'istituto Rizzoli abbiamo trovato applicazioni della ceramica nel campo dell'implantologia ossea; e oggi, con il Cnr di Faenza e l'Università di Modena e Reggio, lavoriamo sulla funzionalizzazione della superficie ceramica: per esempio, le piastrelle che producono energia fotovoltaica, che catturano gli inquinanti, che contrastano i batteri.

E cosa avete in agenda, in seno alla rete regionale di alta tecnologia?
Nel tecnopolo bolognese sarà molto importante la ricerca sulla bioedilizia, perché sono e saranno sempre più richiesti materiali con prestazioni ambientali più sostenibili. Continueremo, inoltre, a lavorare per migliorare ulteriormente le perfomance ambientali ed energetiche delle aziende del settore. Un campo interessante sarà il recupero degli scarti e il loro riciclo. (An. La.)

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